Sono passati 25 anni dall’istituzione dell’Osservatorio Balcani Caucaso, poi, anche, Transeuropa. Non solo testata giornalistica online che si occupa di Balcani occidentali ed Europa centro orientale ma, anche, al centro di numerosi progetti che riguardano l’Europa tutta, dai Paesi che fanno parte dell’Unione a quelli che vorrebbero e potrebbero entrarci nei prossimi anni. Che si tratti di coesione e politiche regionali come di tutela e libertà dei mezzi di informazione, di politiche ambientali oppure migratorie. Temi complessi che necessitano di approfondimenti cercando di coinvolgere le tante realtà comunitarie a livello continentale.
Al tempo, nel 2000, Obc, progetto del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento (allora come oggi, per quanto con la giunta del leghista Fugatti i tagli si sono fatti sentire) venne incardinato nella Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto. Dal 2017 si è trasferito a Trento e fa parte del Centro per la Cooperazione Internazionale (Cci) con sede in vicolo San Marco (il 25% del bilancio del Cci arriva dalla Provincia e quello di Obct vi è compreso).
Una ventina di dipendenti, tra giornalisti, ricercatori e personale che segue i progetti, Obct vanta una trentina di collaboratori dall’estero, tra Balcani ed est Europa, dall’Albania all’Ucraina che “confezionano” notizie su notizie, inchieste e reportage.
Il 28 novembre, a Rovereto, a palazzo Alberti Poja, in corso Bettini (ore 18), per guardare indietro a questi 25 anni ma, soprattutto, avanti, si confronteranno, dialogando con Chiara Sighele, direttrice del Centro per la cooperazione internazionale, la direttrice di Obct Luisa Chiodi, Duccio Facchini, direttore della testata online Altreconomia e Matteo Pascoletti di ValigiaBlu, altro organo di informazione in Rete. “Media e potere in un mondo diseguale: quale ruolo per l’informazione?” il tema della serata, più che mai d’attualità.
“Obc venne istituito perché si ritenne che la società italiana avesse bisogno di uno strumento per capire le dinamiche e le politiche dei Paesi vicini che erano usciti dalla guerra, pensi all’ormai ex Jugoslavia – afferma Luisa Chiodi, direttrice di Obct –. C’era anche bisogno, se ne sentiva l’esigenza, di muoversi dentro quei territori per concorrere alla ricostruzione e avviare un processo di integrazione europea. In sintesi, uno strumento di comprensione per sostenere la solidarietà internazionale”.
I motivi di ieri sono validi anche oggi?
“Sono cambiate molte cose. Basti pensare alla guerra in Ucraina ma anche al Caucaso. Quella solidarietà di allora si declina oggi diversamente e intende coinvolgere la società civile europea per capire come costruire uno spazio comune politico, economico e culturale in un contesto democratico e in un mondo globalizzato”.
Una testata giornalistica come Obct che ruolo può rivestire nel panorama contemporaneo, complesso e difficile?
“Quello di chi conosce in profondità le dinamiche dei Paesi vicini. Perché, se non le conosci, non puoi proporre politiche comuni. Ed è, invece, necessario. E noi cerchiamo di far conoscere, per comprendere processi spesso complessi e difficili”.
Da qualche anno, all’iniziale Obc si è aggiunto il termine Transeuropa. Che vuol dire?
“Significa che non siamo più solo degli osservatori di dinamiche altrui ma, in maniera orizzontale e trasversale, cerchiamo di costruire e lavorare insieme, collaborando a livello europeo e attraverso progetti comuni, ad esempio sulla tutela dell’ambiente come a quella dei media, tra giornalisti, accademici, uomini e donne della società civile”.
Siete incardinati, da alcuni anni, nel Centro per la cooperazione internazionale. Quale il significato?
“Rafforza la nostra dimensione internazionale, non c’è dubbio. Partendo dal Trentino e facendo rete a livello europeo”.
I tagli della Provincia ci sono stati. Obct, vista la situazione, “vive” o “sopravvive”?
“Stiamo fiorendo, altroché. Affermandoci dentro progetti europei siamo cresciuti moltissimo e diventati più forti. L’attività informativa è un pezzo, non l’unico, dell’attività che svolgiamo”.
Il confronto del 28 novembre a Rovereto. Per dire cosa?
“Internet ha stravolto tutti i media. Discuteremo di come, comunque, sia importante un lavoro informativo accurato, sensibile alle differenze e capace di cogliere le sfumature. è una grande sfida di carattere culturale che bisogna affrontare insieme”.