Inaugurate le due mostre parallele “Ritratti d’albero” e “Memorie del sottosuolo” al Museo della Città e al Museo di Scienze e Archeologia, sabato 15 novembre a Rovereto.
I due progetti espositivi propongono un dialogo inedito tra arte e scienza, invitando il pubblico a esplorare il paesaggio nelle sue due dimensioni: quella visibile con uno degli elementi naturali più riconoscibili, l’albero, e quella profonda, nascosta sotto la superficie.
Al Museo della Città, la mostra “Ritratti d’albero”, a cura di Roberta Bonazza, raccoglie circa quaranta opere pittoriche, dal tardo Ottocento al Novecento, dedicate all’albero come soggetto privilegiato e simbolo di memoria, tempo e ricerca interiore. Gli alberi diventano veri e propri ritratti dell’anima, capaci di custodire emozioni, luoghi e ricordi.
In mostra è possibile trovare le opere di Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Umberto Moggioli, Bartolomeo Bezzi, Tullio Garbari, Virgilio Guidi, Gigiotti Zanini, Paolo Vallorz, Mario Merz, Mario Sironi e molti altri. Nel percorso espositivo si scopre anche una stanza immersiva nella quale sono rappresentati i ritratti d’albero di alcuni maestri della storia dell’arte internazionale, a sottolineare come questo elemento vegetale abbia da sempre affascinato le espressioni artistiche.
Nella mostra al Museo di Scienze e Archeologia, dal titolo “Memorie del sottosuolo”, a cura di Tiziano Straffelini, il visitatore compie un viaggio suggestivo nel buio della Terra, attraverso cinque ambienti naturali: ghiacciai, vulcani, grotte, cave e frane, che raccontano le trasformazioni geologiche e ambientali del pianeta.
Tra le opere in mostra, i video “Minimal Monument” di Néle Azevedo, che con i suoi piccoli uomini di ghiaccio che invadono gli spazi cittadini riflette sulla fugacità della condizione umana e sul riscaldamento globale; la ricerca materica di Arthur Duff ispirata alle rocce vulcaniche; la scultura “Stonestar” di Federico Ferrarini, possente blocco di travertino dalle venature blu; le opere di Pieter Vermeersch, dove colore e luce si fondono alla solidità del marmo.