Festival della Meteorologia, Mercalli: “Una Cop30 molto debole perché mette al centro gli interessi dei governi”

Credit: Nicola Cagol

Il presidente della Società meteorologica italiana Luca Mercalli è stato il protagonista del primo, seguito appuntamento della nuova edizione del Festival della Meteorologia, che si è svolto giovedì 20 novembre al Teatro Rosmini. L’incontro si è concentrato sull’ultimo libro del noto giornalista e divulgatore: un viaggio nella memoria che parte dalla paleoclimatologia e ha accompagnato gli spettatori e le spettatrici attraverso l’ultima glaciazione e il racconto del ritrovamento di Ötzi. Ma anche a margine di questo incontro si è parlato di Cop30: “Una conferenza molto debole perché tende a mettere al primo posto gli interessi dei governi e spesso la discussione sugli armamenti tende a superare quella sull’ambiente. Speriamo comunque di poter contare su qualche piccolo progresso nell’attuazione dei piani di riduzione delle emissioni. I nove indicatori planetari che definiscono lo stato di salute del nostro pianeta funzionano come una sorta di cruscotto in un’automobile. Al momento le spie di allarme accese – ci dice la scienza – sono ben sette. Abbiamo di fare manutenzione e per questo servono impegno e competenze, che possono arrivare da docenti, ricercatori e giovani che si prendano a cuore il problema”.

Il collegamento con la Cop30, spiega il coordinatore scientifico Dino Zardi, “è un momento significativo in questa edizione, perché ci permette di captare in anticipo se vi possano essere i segnali positivi che auspichiamo per quanto riguarda la capacità di affrontare la questione climatica in modo serio e collettivo. Non ci nascondiamo che il contrasto al cambiamento climatico rimane un tema controverso: le negoziazioni sono complesse perché spesso si scontrano con una forte diversità di vedute, di approccio e di interesse. Ciononostante non dobbiamo dimenticare che il punto di arrivo dovrebbe essere l’interesse dell’umanità e della salvaguardia del nostro pianeta, superando gli interessi particolari e a breve termine delle singole nazioni. La conoscenza dei fenomeni rimane il punto di partenza e su questo insistiamo anche in questa edizione del Festival. La meteorologia e la climatologia sono discipline scientifiche: per affrontarle occorre preparazione e aggiornamento costante nella didattica di alto livello che può essere garantito solo da chi si impegna nella ricerca, come avviene nelle università e nelle istituzioni scientifiche”.

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