Alle “arche della biodiversità” il primo Premio Muse

Nella cornice di un’intensa serata dedicata al racconto dell’antropocene è stato consegnato ieri il primo “Premio Muse 2025”, promosso per premiare opere letterarie che sappiano presentare con rigore scientifico, capacità divulgativa e prospettive originali la contemporaneità del pianeta. “Abbiamo ottenuto un bon risultato già alla prima edizione con opere di spessore”, hanno spiegato il presidente del Muse Giorgio Galli e il direttore Massimo Bernardi, “il nostro Museo gode dell’autorevolezza di poter riconoscere la qualità dei testi presentati”.
Il primo premio è andato al docente di botanica Alessandro Chiarucci per “Le arche della biodiversità. Salvare un po’ di natura per il futuro dell’uomo” (Editore Hoepli), un testo che dopo aver descritto l’estinzione di specie animali e vegetali propone con un linguaggio efficace varie soluzioni, già avviate, per salvare la biodiversità. Al secondo posto “SOS Terra. Emergenze planetarie e negazionismo ambientale” (Carocci Editore), in cui Manuela Monti e Carlo Alberto Redi, affrontano e “smontano” non poche tesi sulla crisi climatica. Terzo classificato, “L’impresa rigenerativa”Una menzione speciale è andato ad uno dei numero testi dedicati a ragazzi e giovani, il romanza “I Segreti di ghiaccio. La deriva di Larsen B”, scritto da Beatrice Peluffo.
La serata si era aperta con una brillante “lectio” dell’antropologo Matteo Meschiari che ha suggerito l’importanza di trovare narrazioni diverse dell’antropocene (l’epoca attuale dominata dall’azione dell’uomo che soggioga la natura), alternative al catastrofismo e al negazionismo, e mirate a cogliere anche le opportunità di rinnovamento e di miglioramento del rapporto fra uomo e natura.
In questa linea si colloca anche l’interessante iniziativa editoriale del Muse che ha lanciato la collana “Quaderni Antropocene”, curati da Monica Ronchini e Carlo Maiolini, per offrire in chiave interdisciplinare la possibilità di trovare nuove narrazioni, utili anche per il Museo stesso nella fase di rinnovamento della propria proposta. I primi due numeri presentano i risultati dei progetti di Alice Labor e Stefano Cagol, il primo dedicato ad un approccio post-naturale alla botanica e alla geologia, il secondo centrato sulla collezione di arte contemporanea MUSE-MART denominata Collezione Antropocene.

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