Il maestro di sci di fondo Nicola Fruner

Dall’apertura della stagione, sempre in pista sugli sci stretti, con i suoi preziosi insegnamenti: è questo il lavoro del maestro di sci di fondo Nicola Fruner, intervistato dai ragazzi della classe I A della scuola media “Arcivescovile” di Trento.

Nicola Fruner, da quanto tempo fai il maestro di sci di fondo?

Questo appena terminato è stato il dodicesimo inverno da maestro di sci.

Ti diverti a fare questo lavoro?

A insegnare mi diverto sempre, è un lavoro che mi piace, mi permette di essere sempre a contatto con altre persone e di stare all’aria aperta, quindi dipende anche molto dal tempo: quando fa freddo e nevica in effetti è un po’ meno divertente.

Dove insegni?

Insegno sul monte Bondone, alle Viote, una bellissima piana dove si può praticare lo sci di fondo.

Perché hai scelto questo lavoro?

Io sono laureato in ingegneria, però ho questa passione fin da bambino. Ho cominciato a sciare a 10 anni e mentre studiavo ho iniziato a fare il maestro di sci, un lavoro che continua ad appassionarmi e per questo ho deciso di accantonare la mia carriera da ingegnere, almeno per il momento.

I ragazzi della classe I A della scuola media “Arcivescovile” di Trento
I ragazzi della classe I A della scuola media “Arcivescovile” di Trento

Quando è nata la tua passione per il fondo?

Non è nata direttamente da me: quando ero bambino mia sorella si è iscritta a un corso e io ho deciso di accompagnarla per provare, mi è piaciuto tanto e da lì è nato tutto. Ho cominciato a sciare con lo Sci Club di Fiavè e poi ho fatto tutto il percorso per diventare maestro, che consiste nel superare delle selezioni e in seguito accedere ad un percorso formativo che all’epoca durava un anno con 90 giorni di corso. Dopodiché ho superato l’esame finale e sono diventato maestro di sci.

La tua famiglia era d’accordo con la tua scelta?

Direi proprio di sì, la mia famiglia mi ha sempre appoggiato, anche quando ero piccolo mi hanno sempre aiutato negli spostamenti portandomi dove avevo le gare e gli allenamenti.

Lavori da solo o ci sono altre persone che ti aiutano?

Io insegno in una scuola, siamo in 5-6 maestri compreso me, ognuno segue i suoi allievi ma a volte è anche un lavoro di squadra. È un’attività piuttosto impegnativa; dall’apertura della stagione si lavora dal lunedì alla domenica per 6-7 ore al giorno, sempre a contatto con i nostri allievi e senza pause. Ma anche se a volte ci possono essere delle giornate pesanti, è un lavoro che mi piace e quindi lo faccio volentieri.

Trovi più facile insegnare ai bambini o agi adulti?

È più facile ai bambini, sono più spensierati, hanno meno paura di cadere ed apprendono più facilmente, mentre tra gli adulti ci sono quelli più portati e quelli che magari non hanno mai messo gli sci, che temono maggiormente di poter farsi male.

Che attrezzatura usi?

Noi usiamo tre attrezzi: le scarpe, gli sci e le racchette. La particolarità dei nostri sci è che hanno le scarpe attaccate solo in punta, che permettono di muoversi camminando anche in salita o in pianura. Poi ci sono le racchette, molto leggere e rispetto a quelle dello sci alpino ma molto più alte perché si usano soprattutto per spingersi.

A quanti allievi insegni alla volta?

In media un gruppo è composto da una decina di allievi, per legge si può arrivare a 15 ma se si è in tanti diventa un po’ difficoltoso. Poi facciamo tantissime lezioni individuali, anche perché nello sci di fondo ci sono due tecniche: la tecnica classica e la tecnica libera, che sono completamente diverse a partire dall’attrezzatura utilizzata. Quindi fare lezioni collettive è complicato perché non è detto che tutti vogliano imparare la stessa tecnica.

Cosa cambia oltre all’attrezzatura tra tecnica libera e classica?

Cambia proprio tutto, soprattutto i movimenti: la tecnica classica è come camminare, mentre nella tecnica libera il movimento è più simile al pattinaggio ma con i bastoni in mano, che devono essere coordinati con le gambe per avere una spinta.

Nicola Fruner risponde alle domande dei ragazzi
Nicola Fruner risponde alle domande dei ragazzi

È più bello sciare sulla neve artificiale o su quella naturale?

La risposta abbastanza scontata, perché la neve naturale oltre che più bella ci permette di avere dei percorsi più lunghi ed andare nei boschi, che è molto più divertente, mentre con la neve artificiale i percorsi sono ridotti. Quindi sempre neve naturale!

Qual è la miglior soddisfazione che un maestro di sci può provare?

Per me sta nell’osservare i miglioramenti di un allievo, ad esempio vedere un giovane che diventa molto bravo già dopo il primo anno di corso, o chi senza mai aver sciato prima riesce a fare un giro di campo scuola già alla prima lezione. La soddisfazione del maestro in fondo è vedere la soddisfazione dell’allievo.

Intervista a cura della classe I A della scuola media “Arcivescovile” di Trento


La scheda:

Nome: Nicola

Cognome: Fruner

Segni particolari: maestro da 12 anni, è direttore della Scuola italiana sci fondo Viote

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