La troticoltrice Barbara Pellegri

Barbara Pellegri, troticoltrice

Prendersi cura delle trote è un impegno quotidiano e costante. La troticoltrice lavora all’aria aperta in un ambiente che aumenta la qualità del prodotto. Barbara Pellegri, presidente di Astro, assieme al fratello Domenico gestisce una troticoltura a Tione. L’ha intervistata dalla classe II A della scuola media Arcivescovile di Trento.

Barbara Pellegri, in cosa consiste il suo lavoro?
Gestisco una pescicoltura, in particolare un allevamento trote. Noi comperiamo le uova di trota, poi dall’uovo nascono gli avannotti e continuando ad alimentarli e accudirli, questi pesci crescono giorno per giorno fino a diventare della misura da porzione. A quel punto li conferiamo al centro di lavorazione Astro, la cooperativa di noi troticoltori trentini.

Da quanti anni svolge questo mestiere?
Quasi trent’anni, ma non è stata la mia unica occupazione. Prima ho fatto l’insegnante, poi mio fratello ha acquistato una pescicoltura e all’inizio andavo solo il pomeriggio ad aiutarlo, poi l’aiuto era cresciuto così tanto che sono arrivata ad abbandonare l’insegnamento per dedicarmi a tempo pieno a questa attività.

In quanti lavorano nella sua azienda?
Siamo in quattro e ci suddividiamo i compiti perché il controllo deve essere quotidiano e pressoché costante. Solitamente io mi occupo degli acquisti e degli ordini, ma quando serve vado anche a dare da mangiare alle trote.

Da dove è nata questa passione?
Non avrei mai pensato di fare questo mestiere. Diciamo che la passione è cresciuta nel tempo, lavorando a fianco di mio fratello.

Le trote vengono tenute al chiuso o all’aperto?
Inizialmente al chiuso dove sono più protette, dato che sono più deboli. Poi, quando i pesci crescono, vengono trasferiti all’esterno, dove c’è più acqua, sempre in vasca ma senza coperture. Qui vengono divisi in  base alla loro grandezza…

Perché?
Provate a pensare cosa accade quando buttiamo il mangime. Tutte le trote accorrono per mangiare: se sono della stessa misura mangiano equamente, altrimenti quelle grosse sposterebbero quelle piccole che non mangerebbero niente.

Barbara Pellegri al lavoro nella sua troticoltura

Perché questo lavoro centra con la montagna?
Per allevare le trote la cosa  necessaria è l’acqua e quella delle  nostre montagne è di ottima qualità, perché è pura: viene dal disgelo dei ghiacciai ed è ideale per le trote.

Le trote riescono a “sentire” la bontà dell’acqua?
Certamente. Pensate che vengono chiamate animali sentinella perché appena c’è un piccolo inquinamento dell’acqua iniziano  subito ad agitarsi e stare male. Tanto che, quando c’è la paura di
attentati, negli acquedotti delle grandi città vengono rilasciate proprio delle trote e monitorato il loro comportamento…

Quante trote ci sono in un allevamento?
Il nostro è un allevamento intensivo di grandezza medio grande. Abbiamo 24 vasche, dove nuotano tra le 500 mila e il milione di trote.

Allevate anche altri pesci?
No, solamente trote.

Perché?
La nostra acqua proviene da un torrente di montagna. In questi giorni è sui dieci gradi, d’estate può arrivare a sedici, ma in inverno scende fino a un grado. Con queste temperature il pesce più adatto è la trota: la scelta di che pesce allevare dipende dall’acqua che si ha a disposizione.

Quanto rimane in pescicoltura una trota?
Dalla nascita al conferimento passano circa due anni. Le trote sono animali a sangue freddo, prendono la temperatura dell’ambiente che le circonda.

Quanto cresce una trota?
Le più grandi possono arrivare a due chili, ma raramente le facciamo. Questo pesce può raggiungere anche i dieci chili.

Quanti allevamenti ci sono in Trentino?
Una quarantina.

Cosa mangiano le trote?
Astro si è posta l’obiettivo di puntare alla qualità chiedendo alla Fondazione Mach di studiare un mangime apposito che non contiene sostanze che accelerano la crescita, e che si differenzia in
base alla taglia del pesce.

La classe seconda A delle scuole medie Arcivescovile

Perché fa bene mangiare le trote?
Sono ricche di Omega3, fanno bene al cuore e aiutano la memoria e l’intelligenza.

Cosa succede quando una trota sta male?
Nuota meno, tende a farsi trasportare dalla corrente, sale in superficie in cerca di ossigeno.

Come si interviene?
Ci sono dei veterinari specializzati per i pesci che vengono a visitarle e, se necessario, intervengono.

Si è mai affezionata a un pesce?
Difficilmente ci si può affezionare a un singolo pesce, dato che sarebbe impossibile riconoscerlo. Se parliamo del mestiere, invece, sì, ci sono affezionata!

Come difendete i vostri pesci da cormorani e aironi?
Ogni stratagemma che abbiamo preso non dura molto. In questo momento abbiamo riempito di acqua delle taniche e le abbiamo legate tra loro con un filo di un colore sgargiante. E per ora la cosa li tiene lontani. Le reti  costano parecchio e, per questo, sono l’ultima soluzione.

In montagna si allevano trote di migliore qualità?
I pesci di montagna qualitativamente sono migliori, siamo avvantaggiati dalle caratteristiche dell’ambiente. Lo svantaggio principale dell’allevare in montagna dipende dalla temperatura dell’acqua: quando è molto fredda il loro metabolismo rallenta, mangiano meno e crescono meno e quindi il tempo per l’accrescimento si allunga.

La pandemia ha cambiato il suo lavoro?
Le difficoltà erano legate principalmente al reperimento del materiale, quando magari si doveva sostituire una pompa o un selezionatore. Però, nonostante qualche piccolo disguido, per lo meno si poteva uscire e andare a lavorare.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina