Santissimo progetto

Nell'area sulla collina di Trento sorgeranno abitazioni per anziani e uno studentato. Il vicario don Tisi: “Un modo per creare futuro”

Da storica casa di spiritualità (e per qualche anno RSA), ormai da tempo inutilizzata, a innovativa struttura sociale, in grado di ospitare anziani e giovani, in un progetto innovativo che punta alla condivisione di spazi e di esperienze tra generazioni. È il destino di Villa O’ Santissima, sulla collina di Trento, tra Madonna Bianca e Villazzano 3. Un complesso di edifici in un’area a parco di circa 1,2 ettari, ora passato di proprietà: dall’Arcidiocesi di Trento alla cooperativa sociale SAD, pronta a dare seguito all'esperienza di cohousing per anziani già messa in atto con la Casa alla Vela.

Dal dato ineludibile che entro il 2030 gli ultra-65enni saranno oltre il 26% della popolazione trentina (lo dice il centro studi Ermeneia che oggi li indica nel 20%) si sviluppa il disegno di SAD su Villa O' Santissima. All’interno del complesso troveranno infatti spazio (lavori al via tra un anno) alloggi per anziani, differenziati a seconda del grado di autosufficienza, e un centro di aggregazione aperto sia agli ospiti residenti sia agli anziani della zona. Non mancheranno ambulatori di medicina generale e specialistica e anche una piccola palestra.

In parallelo, il complesso accoglierà uno studentato per ospitare circa 70 ragazze e ragazzi e spazi dedicati ai giovani (tra cui il locale gruppo scout): sale lettura e studio, stanze per il tempo libero e per attività ludiche. Infine, un polo culturale gestito da La Scuola di SAD, realtà formativa della cooperativa.

“Si tratta – spiega la presidente Daniela Bottura – di una nuova prospettiva di intervento: non più solo erogazione di servizi in risposta a determinati bisogni ma promozione di salute e di benessere per la collettività”.

“Presso la Villa e il parco – aggiunge il direttore Diego Agostini – SAD svilupperà una filiera coerente di servizi e creerà un luogo di incontro a favore dell’intera comunità”.

Una finalità sociale che ha subito trovato sintonia nei vertici dell’Arcidiocesi, come conferma il vicario generale monsignor Lauro Tisi: “Abbiamo scelto SAD – precisa monsignor Tisi – perché il loro progetto di collaborazione tra anziani e giovani ci sembra quanto mai bello, e soprattutto, promettente per il futuro: mostra infatti un muovo modo di fare comunità e conferma che all’emarginazione e a chi fa fatica non si può rispondere in maniera univoca, ma mettendo insieme più risorse”.

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