Caro energia, ecco tutte le misure adottate dal Comune di Trento

Foto Facebook Comune di Trento

Quest’anno le luci natalizie saranno accese per il minor tempo possibile, mentre negli uffici si dovrà cercare di mantenere una temperatura massima di 19°C. Il Comune di Trento sta lavorando in queste ore a un piano per il contenimento dei consumi energetici.

Tutte le misure previste accolgono le disposizioni nazionali del Ministero della Transizione ecologica, ma si prefiggono anche – in aggiunta – di razionalizzare l’utilizzo dell’illuminazione pubblica sia del riscaldamento negli uffici, nelle scuole e in tutti gli edifici comunali.

Zone climatiche E: ecco cosa cambia

Il Comune di Trento è diviso in 2 zone climatiche: la E (sotto i 430 metri sul livello del mare) e la F (al di sopra dei 430 metri). Fino all’anno scorso nella zona climatica E l’accensione degli impianti termici era limitata, dal 15 ottobre al 15 aprile, a un massimo di 14 ore giornaliere tra le 5 e le 23.

In seguito alla crisi energetica, le disposizioni nazionali hanno ridotto di 15 giorni il periodo di accensione del riscaldamento nelle zone E, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio. A livello giornaliero, inoltre, gli impianti di riscaldamento possono rimanere in funzione un’ora in meno.

In città quindi quest’anno sono ammesse 13 ore giornaliere di riscaldamento dal 22 ottobre al 7 aprile. Negli edifici pubblici, indipendentemente dal raggiungimento delle 13 ore, bisognerà spegnere il riscaldamento un’ora prima rispetto al passato.

Nella zona climatica F il funzionamento degli impianti termici non è soggetto ad alcuna limitazione né riguardo al periodo dell’anno né alla durata giornaliera: per gli edifici pubblici verrà valutato caso per caso il calendario di accensione, ai privati si raccomanda il contenimento dei consumi in una necessaria responsabilizzazione rispetto all’utilizzo del gas.

L’impennata dei costi del riscaldamento

L’amministrazione comunale ha esternalizzato il servizio di riscaldamento dei propri edifici, e non ha quindi l’onere del pagamento diretto del gas, fatta eccezione per alcune funzioni specifiche, come il tempio crematorio.

Attualmente è in fase di definizione l’accordo per il riconoscimento dei maggiori costi sostenuti dalla ditta esecutrice del contratto, costi che, per il periodo da ottobre 2021 ad aprile 2022, sono stati calcolati in circa 700mila euro.

Se tra il 2020-2021 la spesa per il riscaldamento era stata di 3,2 milioni, nel 2021-2022 è di 4,1 milioni, mentre la stima per il 2022-2023 è di 6,7 milioni. Il 45,5 per cento dei costi sono legati alle scuole, il 15 ad ambulatori e associazioni, l’11 per cento agli uffici comunali, l’8 agli impianti sportivi interni ai plessi scolastici, il 4 alle biblioteche, il 3 alle circoscrizioni (la percentuale residua è relativa ad altri spazi con funzioni diversificate).

Le azioni per il contenimento della spesa per il riscaldamento

Per gli uffici pubblici si è decisa la riduzione di un’ora del riscaldamento (come riportato sopra) con una temperatura a 19 gradi, come previsto anche dalle disposizioni di Cingolani. Si stima un possibile risparmio del 10%, tenendo conto dell’accensione ridotta in applicazione delle disposizioni nazionali (22 ottobre – 7 aprile).

Un ulteriore risparmio del 4% della voce “spesa relativa” potrebbe essere portato dalla chiusura di tutte le sedi comunali il venerdì pomeriggio. È in corso in generale una ricognizione delle esigenze per l’ottimizzazione dell’uso degli edifici, in particolare negli orari delle attività pomeridiane, in modo da ridurre il tempo in cui è necessario riscaldare.

Stessa strategia anche per le sedi delle associazioni: in questo caso sarà importante razionalizzare l’utilizzo degli spazi e modulare l’accensione del riscaldamento solo nelle ore di reale necessità. In questo caso la stima del risparmio è difficilmente preventivabile, data l’attuale forte diversificazione delle esigenze.

L’aumento del prezzo dell’energia elettrica (e le spese per contenerlo)

Fino ad aprile 2022 il Comune di Trento ha acquistato l’energia a un prezzo fisso. Da maggio il prezzo è diventato variabile, con un costo che si è triplicato nel corso del 2022.

Se la spesa per l’energia elettrica nel 2021 è stata di 2,7 milioni, per il 2022 la previsione è di un esborso 7 milioni che salirà a 8,6 nel 2023. L’illuminazione pubblica, con i suoi 18 mila punti luce totali, rappresenta il 56 per cento della spesa totale per l’energia elettrica del Comune di Trento. Se nel 2021 la spesa è stata di 1,2 milioni annui, la proiezione per il 2022 è di 3,6 milioni di spesa in assenza di interventi.

Sono al vaglio alcune proposte, che comporterebbero la riduzione inferiore al 10% di spesa ipotizzata. È necessaria una generale responsabilizzazione per contenere i consumi, evitando di lasciare luci accese in sale o uffici non utilizzati, rafforzando l’importanza del messaggio “l’ultimo spegne la luce”.

Si è scelto di confermare le luminarie natalizie ma con riduzione del 15-20% della durata di accensione giornaliera e la limitazione del “photomapping” alla sola piazza Duomo con contestuale abbassamento dell’illuminazione pubblica. Il risparmio previsto sarebbe pertanto circa del 20% rispetto al consumo di energia degli anni precedenti

Le 53 luci architettoniche in città verranno spente un’ora prima. È al vaglio la scelta di spegnere dalle 23 alle 6 alcune aree verdi e ciclabili, valutando naturalmente anche l’impatto sulla sicurezza. Laddove è presente l’illuminazione a led con il controllore di potenza si valuta di anticipare la riduzione d’intensità delle luci stradali a partire dalle 22. È infine fondamentale proseguire nell’applicazione del piano di sostituzione dei corpi illuminanti stradali e architettonici con sistemi a risparmio energetico. Attualmente gli investimenti previsti da parte del servizio Opere di urbanizzazione primaria sul bilancio 2022-2024 è pari a 210 mila euro annui con fondi del Pnrr.

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