Terremoto in Ecuador

E’ salito a oltre 400 morti il bilancio del terremoto che sabato 16 aprile ha colpito la zona costiera dell’Ecuador, nel nordovest del Paese, a 170 chilometri dalla capitale Quito. Oltre 2.000 i feriti, migliaia gli sfollati, numerosi i danni alle infrastrutture. Il terremoto ha avuto un’intensità di 7,9 della scala Richter. E’ stato disposto lo stato di emergenza in sei province del Paese, mentre nelle regioni colpite sono stati inviati 10.000 militari. La Chiesa ecuadoriana ha promosso una colletta attraverso la Caritas. Caritas Italiana, che da diversi anni collabora con Caritas Ecuador alla realizzazione di microprogetti di sviluppo, ha stanziato un primo contributo di 100 mila euro. Le province più colpite sono quelle di Manabí ed Esmeraldas, zone tra le più povere dell’Ecuador dove la popolazione vive di turismo, commercio, pesca e piccola imprenditoria dentro un’economia di mera sussistenza.

Da el Carmen nella provincia di Manabi è arrivata al Centro missionario di Trento la testimonianza di padre Claudio Zendron. “La zona più colpita, Pedernales, è a 90 km da noi. Ci sono molti morti. Al Carmen ci sono stati tre morti in un edificio crollato. Sono cadute molte case di contadini, fatte di legno e mattoni, ma a un solo piano e non ci sono stati feriti”, ha scritto padre Claudio appena ripristinate, con l’energia elettrica, le comunicazioni via Internet. “La chiesa parrocchiale ha subito la caduta del contrappeso, ma non ci sono stati feriti dato che era terminato un matrimonio e tutti erano fuori sulla piazza a festeggiare. A el Porvenir è crollato il campanile della cappella costruita per fratel Benjumea ma senza gravi conseguenze, la campana non si è rotta. Nella comunità di San Daniele Comboni dei tre fiumi sono state danneggiate alcune aule per la catechesi”.

In Ecuador operano nove missionari trentini in diverse zone del paese, sia sulla costa che nelle aree dell'interno. Oltre a padre Zendron, ci sono fratel Luciano Rossi, suor Elda Merlo, suor Gisella Dellagiacoma e il fratello padre Alberto Dellagiacoma, padre Umberto Dorigatti, padre Bruno Galas, Mauro e Maria Bleggi, volontari laici.

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