“Nel progredire e nel muoversi, l'arrampicata sportiva rispecchia la natura umana. Basti pensare ai bambini, che, 'arrampicandosi' sul divano, fanno movimenti… Boulder”.
Sui benefici del free climbing a livello fisico, motorio, psicologico e sociale si sofferma anche la neopresidente del Comitato Regionale Trentino, Ulla Walder. “Nelle palestre scolastiche dell'Alta Val di Non, promosso dal CONI, si è recentemente tenuto un mese di arrampicata per le Quarte elementari”, sottolinea l'ex boulderista brissinese, ora istruttore federale, che ha partecipato a numerose competizioni internazionali. “Già undici anni fa, a Rovereto, grazie al primo convegno europeo 'Born to climb' sull'arrampicata come disciplina sportiva e metodo pedagogico-riabilitativo, era stata dimostrata la sua valenza terapeutica per combattere disagi fisici e psichici. Tra i beneficiari, ad esempio, i bambini autistici”.
A riprova, come sosteneva il leggendario tedesco Wolfgang Güllich, che “nell'arrampicata, la testa è il muscolo più importante”, il Comitato ha le idee chiare per il quadriennio 2017-2020. “Per prima cosa vogliamo organizzare corsi per istruttori e tecnici”, afferma Walder, “dopodiché intendiamo dare sostegno sia alle società, per tutto l'operato ordinario, sia ai climber. L'ideale sarebbe riuscire a formare una rappresentativa regionale di atleti”.
Atleti che sappiano arrampicarsi anche su roccia. “In Trentino abbiamo i siti migliori per questo tipo di arrampicata. Bisogna curare e invogliare i giovani a frequentarli”, chiosa Walder. “I migliori climber al mondo arricchiscono così il loro repertorio motorio, che altrimenti sulla plastica non riuscirebbero ad avere. Oltre alla forza, conta pure il repertorio tecnico”.