L’impresa (im)possibile di Mauro Tomasi

“Bisogna provare – spiega il maratoneta – mettersi in gioco per conoscere i propri limiti”

“New York è per me un sogno realizzato!! Poterci andare ed essere stato un FINISH alla 'regina delle Maratone' è stata una cosa fantastica, quasi come vivere una favola”. Queste le parole di Mauro Tomasi che il 2 novembre 2014 ha tagliato il traguardo, dopo 42 chilometri, della Maratona di New York in appena 5:53:08 ore e lo ha fatto spingendosi su una carrozzina “normale” con un braccio solo. Il risultato è ancora più incredibile, perché non sono mancate le difficoltà tra cui il vento che ha soffiato forte lungo l'intero percorso e il Ponte di Queensborough di circa 800 metri con un dislivello di 42 sul livello del fiume East River.

Questa vittoria insegna che se una persona crede veramente nelle proprie capacità, poi i risultati arrivano. “Bisogna provare, spiega il maratoneta, mettersi in gioco per conoscere i propri limiti. Poi serve fissarsi un obiettivo e, nell'affrontare una gara, si deve studiare tutto, sia sotto l'aspetto fisico che mentale, senza paura di chiedere aiuto se necessario. Tante cose sembrano impossibili e spesso non si fanno perché nessuno le ha mai fatte. Anch'io ho dovuto combattere ‘solo’ per farmi iscrivere alle maratone. Ora, naturalmente stando alle regole e ai tempi consentiti, gareggio dappertutto”, rimarca Tomasi.

Ma come nasce questa passione da maratoneta? Quasi per caso, quando Mauro, circa quatto anni fa si trasferisce da Ala (dove per spostarsi usava solo la carrozzina elettrica) a Riva del Garda. Là inizia a muoversi autonomamente con la carrozzina manuale su strade pianeggianti e piste ciclabili, fino a raggiungere i 50 chilometri al giorno. Capisce che il suo fisico risponde bene e, grazie al movimento, si sente sempre meglio, tanto da togliere gli antidolorifici.

Un giorno, nel 2012, durante un'uscita legge un cartello che pubblicizza la Lake Marathon Limone-Malcesine e decide di partecipare alla sua prima maratona. Da quel giorno non si è più fermato, ne ha corse più di venti: oltre a New York, altre famose maratone, come Valencia, Berlino, Barcellona e Roma.

Mauro ringrazia tutti gli accompagnatori, indispensabili per realizzare le sue imprese, in particolare mamma Olga che lo segue intorno al mondo per aiutarlo e per essere la sua prima tifosa e l'amico Danny.

Degli Stati Uniti, oltre alla maratona, non dimenticherà mai il calore degli americani, disponibilissimi ovunque e contenti, visto che era diventato famoso, di scattare una foto con lui. Si è così facilmente immerso nel clima della Grande Mela, visitandone i luoghi più significativi come la Statua della Libertà e l'area dove un tempo sorgevano le Torri Gemelle, occupata oggi da due vasche per ricordare chi non c'è più e dalla Freedom Tower, un grattacielo di 541 metri.

Si può rivedere l'impresa newyorkese di Mauro nel video su Youtube e seguirlo sul suo sito: www.maurotomasi.it.

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