La goccia del colibrì

Il giornale on line del Consiglio provinciale di Trento ha pubblicato “postuma” la risposta dell'assessora alla salute Donata Borgonovo Re a un'interrogazione dei consiglieri Cia e Fugatti sul Pronto soccorso dell'Ospedale di Borgo. “Postuma” in relazione al ritiro della delega in materia sanitaria alla stessa Borgonovo Re da parte del presidente della Giunta provinciale, Ugo Rossi, cui è seguito il subentro di Luca Zeni. Ci permettiamo di riportarne il testo in quanto gli ospedali periferici, nella loro riorganizzazione specie dei punti nascita, hanno rappresentato uno dei motivi di dissidio fra l'assessora, il resto dell'esecutivo e lo zoccolo duro della rappresentanza politico-amministrativa territoriale.

E' l'ultimo annuncio, a firma di Borgonovo Re, del potenziamento, anche nell'organico, della struttura ospedaliera di Borgo. Con tutta probabilità avrebbero dovuto seguire altre direttive programmatiche come previsto peraltro dal piano della Salute, ma tutto si è inceppato, fra polemiche, delusioni, e anche qualche soddisfazione, visto che ormai da tempo l'operato della Borgonovo Re era contestato, trasversalmente da componenti dell'assemblea legislativa, da colleghi di Giunta e dallo stesso partito di appartenenza, il Pd, tiepido, se non assente, nella difesa di una sua autorevole esponente.

Di mezzo non ci sono scandali, corruzione, ma, come è parso di capire, insufficiente circolarità della comunicazione e qualche suscettibilità caratteriale di troppo.

“Per limitare il numero di accessi al pronto soccorso del Santa Chiara di Trento 'valorizzando il ruolo e le funzioni degli ospedali territoriali specialmente nei territori limitrofi' – scrive Borgonovo Re – la Giunta ha previsto un incremento della capacità di risposta del pronto soccorso dell'ospedale di Borgo Valsugana, ampliando il bacino d'utenza anche all'Alta Valsugana e programmando per questo anche il potenziamento dell'organico di questa struttura. Organico 'che verrà incrementato con un turno aggiuntivo di personale infermieristico non appena completate le procedure di reclutamento'”. Era quanto auspicato da tutti.

Il cambio ai vertici della sanità provinciale è stato velocissimo, meno di 24 ore dalla bocciatura da parte della maggioranza di una mozione di sfiducia all'assessora delle opposizioni, senza alcuna discussione esibita, tra i partiti di maggioranza, con scelte evidentemente concertate dietro le quinte.

Grandi, grandi rimpianti per la rimozione della responsabile di un campo, apparso sin da subito minato, non se ne sono visti o letti, salvo qualche lettera ai quotidiani di recriminazione a Rossi. La Commissione provinciale Pari Opportunità tra donna e uomo in una nota denuncia l'occasione persa, dopo il ritiro delle deleghe, per “confermare l'impegno concreto di una equa rappresentanza di genere nei luoghi decisionali della politica”.

Donata Borgonovo Re continuerà a fare la sua parte. Pur risentita lo ha dichiarato apertamente e profetica per certi versi si presenta la favola citata in uno suo libro “Le quattro stelle della Costituzione – per una cittadinanza responsabile” che indica appunto nella democrazia, sovranità, solidarietà e nell'uguaglianza i pilastri costituzionali. La storia è quella di un colibrì che durante un incendio nella foresta, mentre tutti gli animali si danno alla fuga, inverte la rotta portando nel becco una goccia d'acqua. Al leone che scettico gli chiede cosa intenda fare con una goccia d'acqua il colibrì risponde: “Io faccio la mia parte”. L'incendio a livello istituzionale è scoppiato con Caronte, invece che a ferragosto quando, in base ad uno stereotipo ricorrente, la politica solitamente si concede dei colpi di mano approfittando del “tutti in vacanza”.

Ugo Rossi ha cercato di smorzare i toni e soprattutto le molte insinuazioni circa la tenuta della formula di governo con un perentorio: “Non vedo perché debbano esserci maggioranze alternative, l'equilibrio è sempre quello, è oggettivo”. Se non sulla giunta si tratta di capire su quale altro fuoco debba finire la goccia d'acqua della Borgonovo Re (forse sul Pd?) convinta – come scrive – che la democrazia altro non è che “un camminare insieme per strade non sempre facili, aiutandosi a vicenda e facendosi accompagnare dalla luce che il passato, attraverso la Costituzione proietta sul futuro”. Ciò potrebbe rappresentare un buon viatico per Luca Zeni e un auspicio per i partiti ad approfittare e rivedere tutta una serie di comportamenti e le priorità dei problemi da affrontare in autunno.

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