Si è svolta nella mattinata di oggi, martedì 24 giugno, nel salone di rappresentanza di palazzo Geremia, a Trento, la cerimonia di consegna a Franco Pedrotti e Lorenzo Guglielmetti dell’antico sigillo della città di Trento, l’Aquila ardente di San Venceslao.
Il professor Franco Pedrotti, botanico, è stato premiato per il suo costante impegno in difesa della natura a partire dagli Anni ‘50; mentre il dottor Lorenzo Guglielmetti, per il suo impegno umanitario con Medici senza frontiere e in campi di ricerca considerati residuali perché poco remunerativi per le aziende farmaceutiche. La laudatio per entrambi è stata tenuta dal professor Enzo Galligioni.
“Siamo particolarmente orgogliosi di premiare, in occasione delle celebrazioni dedicate a San Vigilio, due persone che, con le specificità legate ai rispettivi ambiti di interesse, si sono dedicate e si dedicano alla ricerca scientifica con intelligenza e passione. Lo siamo tanto più in un periodo in cui assistiamo, anche da parte di insigni rappresentanti delle istituzioni, alla svalutazione della scienza e degli scienziati e a un malinteso egualitarismo nel campo della conoscenza che confonde, disorienta, alimenta la diffusione di nozioni infondate”, ha detto nel suo intervento il sindaco di Trento Franco Ianeselli: “Caro professor Pedrotti, caro dottor Guglielmetti, riflettendo sulle vostre storie differenti che si sono incontrate in questa cerimonia, mi è venuto in mente il Galileo di Bertolt Brecht che, alla domanda “Che scopo si prefigge il nostro lavoro?”, risponde: “Io credo che la scienza abbia come unico scopo quello di alleviare la fatica dell’esistenza umana”. E ammonisce così “gli uomini di scienza, intimiditi dai potenti egoisti”: “Tra voi e l’umanità può scavarsi un abisso così grande che, un giorno, a ogni vostro eureka rischierebbe di rispondere un grido di dolore universale”. Voi, cari e illustri concittadini, avete lavorato contro quell’abisso, avete cercato di scongiurare quel grido di dolore. Avete contribuito a guarire, a proteggere, la natura e le persone, portando le vostre conoscenze scientifiche laddove c’era bisogno e avvicinando il bisogno ai laboratori dove si fa ricerca. In questo modo vi siete guadagnati anche il sostegno di noi semplici cittadini, noi persone non esperte, e avete rinsaldato quel rapporto tra scienza e società civile che è fondamentale per prevenire la catastrofe, per indirizzare la conoscenza verso la sostenibilità sociale e ambientale, verso la pace, parola diventata in questi ultimi mesi quasi eversiva”.