L’allarme di Aizo dopo il dramma di Milano: “Il razzismo contro sinti e rom si riversa sui social e nelle dichiarazioni dei partiti”

Foto Facebook AIZO rom sinti

Dopo il dramma di Milano, che ha visto protagonisti 4 ragazzini bosniaci che dopo aver rubato un auto hanno ucciso una donna, l’Aizo, Associazione italiana zingari oggi, del Trentino Alto Adige denuncia i toni con cui sui media si è tornati a parlare di sinti e rom. “Ancora una volta quando succedono cose di questo genere e protagonisti sono rom o sinti l’impatto mediatico è enorme. Tutto il razzismo di cui l’Italia è capace – è il paese più antizigano d’Europa – si riversa sui social e nelle dichiarazioni dei partiti, specialmente di destra“, scrive in una nota il presidente Gian Luca Magagni che, sottolineando di non voler nascondere la gravità dell’accaduto e il dramma che si trova a vivere la famiglia della vittima, punta la sua riflessione “su cosa sarebbe accaduto se i ruoli fossero stati l’esatto contrario: sarebbero stati così come li abbiamo letti i toni utilizzati? “Dei bambini si sono resi protagonisti di un grave reato. Dove era la famiglia e dove sono le Istituzioni?” Con ogni probabilità l’accaduto sarebbe stato affrontato con un’attenzione particolare all’infanzia e non all’etnia“.

In Italia ci sono campi dove vivono 400 persone o più in grandi difficoltà economiche. L’Europa ha sanzionato con molte “raccomandazioni” definendo il nostro Stato il “paese dei campi”. Questi luoghi non sono luoghi dignitosi dove poter vivere. Stiamo inoltre vivendo un costante impoverimento della società: tanti lavoratori che non riescono ad avere un salario adeguato al costo della vita. È una realtà sotto gli occhi di tutti, una deriva costante che non trova soluzioni. La povertà è evidente anche per quelli che non vogliono ammettere che esista. Povertà vuol dire anche disperazione, l’ansia di non riuscire a pagare l’affitto, la retta della scuola di tuo figlio, il suo cellulare, la gita scolastica…”, prosegue la nota di Aizo Odv, Sezione Trentino Alto Adige: “I bambini dovrebbero vivere la loro infanzia in modo sereno, aiutati da mamma e papà nei compiti, con la possibilità di invitare gli amichetti a casa, dove far merenda e giocare…magari in giardino!”

“Quando ho letto la notizia dell’incidente sul giornale dapprima ho avuto un senso di forte sofferenza per una madre morta poi, quando si è capito che i responsabili erano dei bambini, ho sofferto altrettanto pesando al trauma vissuto, immaginando che la loro storia avesse già fatto i conti con la difficoltà di vivere in “solitudine”. Alla difficile e ingiusta realtà vissuta in quei pochi anni di vita. Ripeto, non guardiamo all’etnia che è uno sguardo offuscato da razzismo, riflettiamo su come i poveri nella nostra società siano gli “invisibili”, riflettiamo che non esistono “scarti” nella specie umana“, scrive Magagni.

In Trentino non abbiamo situazioni di degrado. I nostri sinti e rom per lo più vivono in appartamento, lavorano e mandano i figli a scuola. Si definiscono loro stessi sinti trentini perché è da 600 anni che vivono accanto a noi (o noi a loro?). Come in tutte le popolazioni ci sono quelli che vanno in carcere, e qualcuno che non va a scuola. Quest’anno festeggiamo la prima ragazza sinta che si iscrive all’università. È un orgoglio per tutti, sinti rom e gagè (i non sinti e rom, cioè tutte le altre popolazioni). I lavori che svolgono sono diversi, dal cuoco al cameriere, dal venditore di auto al raccoglitore di metalli, dall’operaio nel verde a quello del Comune. In Trentino abbiamo due campi, uno a Rovereto, che fra poco verrà chiuso, e uno a Trento. Sinti e rom sono popolazioni che amano il prossimo, a cui piace chiacchierare e fare amicizia. Se un tempo usavano abiti che li distinguevano, oggi sono per lo più come noi. La loro cultura è la cosa più preziosa che hanno alla quale mai rinuncerebbero, spiega l’associazione da sempre impegnata nella difesa dei diritti e per la promozione dei doveri del popolo rom e sinti, che conclude: “È vero che politicamente nessuno si occupa di sinti e rom: l’ultimo incontro in Provincia era stato voluto da Borgonovo Re, mentre a livello ministeriale è l’UNAR che segue la strategia europea con poco successo. Noi di Aizo e molti altri enti chiedono da sempre alla politica di ascoltare cosa vogliono sinti e rom“.

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