Kariba, esempio di integrazione

Folta partecipazione all'Oratorio di Pergine all'incontro annuale di Kariba, l'associazione di volontariato che sostiene Somalia e Mozambico

“Rendere le donne protagoniste del loro sviluppo, scommettendo sulle loro capacità, sulla loro volontà e determinazione e coinvolgendole direttamente in tutte le fasi di realizzazione del progetto, per incidere in modo decisivo anche sull'ambiente familiare e sulla società in cui vivono”. Queste parole inserite come “mission” nello statuto dell'associazione di volontariato Kariba spiegano ottimamente quale sia l'attività di questa associazione che opera a Pergine dal 2008.

Sabato scorso, il gruppo ha tenuto il suo incontro annuale in oratorio, dove sono state occupate tutte le sale disponibili per poter rispondere alle richieste di partecipazione dei perginesi. Un segnale forte di quali siano i rapporti della comunità locale con gli immigrati che sono diventati una fetta consistente della popolazione.

Alla presenza dei rappresentanti dell’ambasciata somala in Italia e dell’OIM –Italia (organizzazione Internazionale per le Migrazioni), a coordinare la complessa serata, che ha ospitato anche un mercatino di prodotti artigianali somali, filmati e interventi vari davanti ai tavoli della “cena etnica”, il responsabile Abdul Mutualibo. “Kariba è un'associazione di volontariato che ha come principi irrinunciabili l'equità e la giustizia sociale, la centralità della persona, sviluppo, che sostiene piccole realtà, principalmente in Somalia e Mozambico”, spiega.

Uno sforzo che parte da Pergine per aiutare una terra coma la Somalia dove manca tutto, dopo 22 anni di guerra alle spalle e dove il governo non ha risorse per far fronte ai propri impegni. E qui a Pergine Kariba ha trovato una grande risposta umana che si è aggiunta agli impegni di Provincia e Regione. Cassa Rurale, Caritas, parrocchia, Alpini e altre associazioni hanno dato tutto il loro appoggio per realizzare i tre progetti dell'associazione.

L'adozione a distanza è una formula con cui si offre a un bambino l'opportunità di andare a scuola, curarsi e avere una vita degna rimanendo in famiglia; con 25 euro al mese (“meno di un caffè al giorno”, sottolinea Abdul) si aiuta un bambino somalo. Seconda opportunità l'adozione di una scuola o un ospedale a Bursalaax, villaggio della Somalia settentrionale dove, con il contributo della PAT, Regione e della comunità perginese, si è costruito la scuola elementare e un posto medico, che richiedono fondi notevoli per la gestione. Altro strumento è quello del microcredito finalizzato all'operatività di piccole cooperative di donne (ancora discriminate e che difficilmente accedono alla scuola e al mondo del lavoro) impegnate a finanziare i materiali del loro lavoro di cucito, tessitura e piccolo commercio; il gruppo si impegna a restituire il prestito entro otto mesi. Infine l'aiuto che può derivare dal cinque per mille.

“Devo riconoscere che la comunità perginese è particolarmente sensibile ai problemi dei migranti in generale e, per quanto ci riguarda, dei nostri problemi”, conclude Abdul. “Significativa la partecipazione di molti giovani, soprattutto dell’Istituto Curie e dell’oratorio, alle nostre iniziative e all’opera di sensibilizzazione verso tutti. Sono segnali positivi, che dimostrano come gli italiani siano aperti e disponibili, molto più di quanto possano apparire le polemiche strumentali che, soprattutto in particolari momenti della vita politica, riempiono i mezzi di informazione”.

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