Il geologo Riccardo Tomasoni

Il geologo Riccardo Tomasoni

Studiare la conformazione delle rocce per osservare le trasformazioni in atto sul territorio e ricostruire il passato più profondo è il mestiere di Riccardo Tomasoni, geologo, intervistato dalla classe I D della scuola media Arcivescovile di Trento.

Riccardo Tomasoni, qual è il suo mestiere?

Sono un geologo, mi occupo quindi di studiare, conoscere il territorio e in particolare le rocce, cercando di capire cosa contengono – fossili e minerali ad esempio – e come si comportano per poi mapparle e poterle raccontare al maggior numero di persone possibili.

A cosa serve il lavoro del geologo?

Dal lavoro prettamente tecnico di supporto alla progettazione di strade, ponti o case, alla geologia di base al servizio della realizzazione di queste opere, ovvero andare a indagare e costruire le mappe geologiche su cui si basano i successivi studi di approfondimento. E ancora, c’è chi si occupa di ricerca scientifica “leggendo” i livelli rocciosi delle nostre montagne: pensate, ad esempio, che le grandi estinzioni di massa del lontano passato, sono registrate dalle Dolomiti.

La classe I D della scuola media Arcivescovile di Trento
La classe I D della scuola media Arcivescovile di Trento

Da quanto tempo fa questa professione?

Lo faccio da circa vent’anni. Appena laureato ho cominciato subito a lavorare.

Come è nata la sua passione?

Una passione che ho sempre avuto fin da giovane che poi è diventata anche il mio lavoro. Quando andavo in montagna – prima con i genitori e poi, crescendo, da solo o assieme agli amici – mi rendevo conto che la mia attenzione veniva attirata dalle rocce che mi circondavano, dai loro colori, dalle loro forme…

Dove lavora?

Lavoro al Museo delle Scienze di Trento e al Museo delle Dolomiti di Predazzo, collaborando con altri musei, Università italiane e straniere, Comuni, Provincia.

È stato all’estero?

Ho avuto l’occasione di andare all’estero con una certa frequenza. Qualche tempo fa, ad esempio, sono stato per qualche mese all’Università di Honolulu a fare delle attività di ricerca nei laboratori per studiare delle rocce nelle nostre Dolomiti. Le montagne che abbiamo in Trentino sono strepitose e molto affascinanti: la cosa interessante di poter visitare altri luoghi è che hai la possibilità di fare un confronto e, apprezzando ciò che si trova in altre zone, capire meglio le particolarità del nostro territorio.

Che cosa le piace del suo lavoro?

Tante cose. È un lavoro che ti permette di stare a contatto con la natura e di comprenderla, perché l’occhio del geologo cerca di indagare come si sono formate le montagne e per farlo bisogna andare sul campo. Mi piace avere la possibilità di scoprire cose nuove, osservare le trasformazioni in atto sul territorio, partendo dal piccolo dettaglio. Poi c’è l’aspetto della divulgazione, ovvero raccogliere le informazioni e metterle a disposizione di tutta la collettività, attraverso mostre, esposizioni o, ad esempio, organizzando delle attività educative per le scuole.

Qual è la sua montagna preferita?

Difficile dirlo, tutte le montagne sono belle, ognuna racconta qualcosa di particolare. Una che mi è rimasta nel cuore è una montagna delle Dolomiti di Brenta che non è molto conosciuta: è la zona del Pian della Nana, un grande altopiano a duemila metri di quota, e mi rimane particolarmente impressa perché è legata al mio primo percorso da geologo. Da quando ho scoperto questo luogo ci sono sempre tornato con una certa frequenza perché è affascinante per forme e colori ed è molto solitario.

C’è un luogo in cui vorrebbe andare?

Si c’è ed è l’Australia. È un mondo particolare con spazi sconfinati e rocce molto antiche che qui non abbiamo.

Quali strumenti usa il geologo?

Ne utilizza diversi, dai più semplici a quelli più complessi. Lo strumento principale del geologo che lavora sul territorio è il martello per rompere le rocce, per poterle aprire e osservarle con una lente di ingrandimento. Poi una bussola da geologo che permette di raccogliere diverse informazioni e misure per capire e comprendere come strati e blocchi di roccia si muovo nel sottosuolo. Ovviamente nel tempo la tecnologia ci ha messo a disposizione una serie di strumenti eccezionali come ad esempio le mappe digitali realizzate attraverso satelliti e droni. Anche il nostro è un lavoro in costante evoluzione che si avvale delle nuove tecnologie.

Quali tipi di rocce si trovano in Trentino?

Per un geologo è un vero e proprio paradiso. In un territorio molto piccolo, infatti, si trovano trovano una quantità considerevoli di rocce: da quelle sedimentarie a quelle vulcaniche che ci raccontano di come la storia geologica del nostro territorio sia stata segnata da importanti eruzioni. E ancore le rocce legate alle presenza di antichi fiumi che hanno depositato grandi quantità di sabbie e ghiaie. Tutte queste hanno diverse caratteristiche che noi leggiamo nelle forme e nei colori delle nostre montagne.

intervista a cura della classe I D della scuola media Arcivescovile di Trento


Nome: Riccardo

Cognome: Tomasoni

Professione: Geologo

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