Il lago di Caldonazzo è uno degli specchi d’acqua che hanno ospitato una manifestazione per Gaza nel giorno in cui da Barcellona e da Genova sono partite le prime barche della Global Sumud Flotilla, organizzata da 44 Paesi per portare gli aiuti umanitari alla popolazione civile e per cercare di rompere l’assedio navale imposto da Israele.
Sessanta i pedalò, le barche e le canoe che hanno attraversato il lago per accendere i riflettori sulla tragedia umanitaria che si sta consumando nella Striscia di Gaza. “Siamo partiti dicendoci che avevamo almeno cinque barche per questa manifestazione, e che quindi potevamo procedere. E oggi in realtà siamo più di sessanta”, commenta Marco Baino, dell’associazione Cortili di pace, tra gli attivisti che hanno cercato di prendere parte alla Global March to Gaza (e che sono stati fermati in Egitto). “Ci sono persone che in questo momento stanno andando a Gaza, e che rischiano molto, ma vogliamo far capire che anche noi possiamo fare qualcosa, e che siamo in molti di più ad avere a cuore quanto sta succedendo. Un’iniziativa come questa, auto-organizzata, dimostra come ci siano tante persone che si muovono e che fanno qualcosa, che fanno la fatica di sbilanciarsi e di essere presenti”.

Adesso serve un’azione politica, aggiunge Baino. “Non vogliamo nasconderci dietro il fatto che non possiamo fare niente, come fanno i politici”, afferma. “Vogliamo un’azione concreta. Le barche disarmate che vanno lì rischiano, certo, ma smuovono i nostri governi perché finalmente osino fare qualcosa di più“.
In tutta Italia, oggi, sono stati organizzati eventi come quello che ha avuto il luogo sul lago di Caldonazzo, che proseguirà alle 18 con una “passeggiata rumorosa” a Pergine Valsugana, che avrà come tappe di riferimento soprattutto le fontane, perché l’acqua è un problema cruciale a Gaza.

“Vogliamo accompagnare simbolicamente la partenza di queste barche”, spiega Jacopo Zannini, tra gli organizzatori della manifestazione, che ha ricevuto l’adesione anche di Emergency, del Global Movement to Gaza, del Consorzio Associazioni con il Mozambico e del Club Canoa Trento. “In questo modo – gli fa eco un’altra organizzatrice, Patrizia Nicoli – vogliamo rompere l’assedio di Gaza e sostenere la lotta contro questo genocidio, che è in atto ormai da tempo”.

Un’altra iniziativa verrà organizzata per il 4 settembre, quando da Tunisi e dalla Sicilia partirà una seconda flotta. Intanto oggi i battiti del tamburo – questa volta quello del dragon boat, che per diverse ore ha girato il lago di Caldonazzo – hanno scandito lo slogan “Free, free Palestine”.