Lo skiman Enrico Martinelli

Ha il compito delicato di predisporre gli sci e gli attacchi perché siano affidabili per la pratica sciistica. “Almeno una volta all’anno lo sci andrebbe portato in laboratorio per una sistemazione ottimale”, racconta lo skiman Enrico Martinelli, intervistato dalla classe 5° B della scuola elementare “Schmid” di Trento.

Martinelli, in che cosa consiste il suo lavoro?

Nel preparare al meglio gli sci, sia quelli nuovi sui quali vengono montati gli attacchi, sia quelli che si sono rovinati e necessitano di manutenzione. Spesso ci sono da ripristinare la soletta per la scorrevolezza sulla neve e le lamine per la tenuta sul ghiaccio.

Com’è nata questa passione?

Per caso. Sono stato chiamato dopo le scuole medie a sostituire uno skiman di un negozio di Trento: da lì, era il 1971, è nata la passione che non ho più abbandonato: prima da dipendente, poi con il mio negozio Jolly Sport dal 1980 fino al 2006, ed ora come collaboratore di Sport Life. Quando ho chiuso il mio laboratorio avevo un giro di 5 mila clienti, molti erano fedeli.

Che orario di lavoro si fa?

Quando lavoravo in proprio, nel pieno della stagione, arrivavo a 15 ore al giorno: facevo anche consulenza per i clienti…

Si lavora a mano o con macchinari speciali?

Dipende dalle lavorazioni. Ad esempio la levigatura della soletta riesce meglio oggi con i macchinari a gestione computerizzata.

Quali attrezzi usa?

Sul banco di lavoro ci sono cacciaviti, lime, piastrine diamantate…Alcune ditte specializzate hanno il loro catalogo con i vari materiali disponibili.

La sciolina giusta?

E’ sempre difficile trovarla. Per lo sci di massa si usano scioline universali che hanno una gamma di utilizzo piuttosto ampia legato alle stagioni.

Ha qualche trucchetto particolare?

S’imparano con l’esperienza, non c’è un trucco particolare. Ogni lavorazione presenta delle modalità che tu stesso scopri per impiegare meno tempo, fare meno fatica e soprattutto avere un buon risultato.

Un attrezzo a posto facilita la sciata?

Certo, si parte dallo scarpone che deve essere comodo, avvolgente. L’attacco va regolato nella maniera giusta per reggere la forza di sgancio in base al peso e alla capacità dello sciatore. E poi lo sci deve avere le lamine per tenere sul ghiaccio e la soletta liscia e ben sciolinata.

Cosa le piace della montagna?

Mi piace in tutte le stagioni; l’inverno non mi rimane molto tempo, ma quando posso mettere gli sci preferisco farmi tirare in salita dagli impianti…. Quando posso d’estate vado anche a camminare o correte in montagna.

La sua attività ha un marchio? Come si è fatto pubblicità?

Sì, certo, lo vedete qui. Ritengo che la miglior pubblicità sia quella che mi hanno fatto i miei clienti, evidentemente soddisfatti del lavoro.

Pensa che per fare questo lavoro ci vogliano requisiti speciali?

No, bisogna soprattutto avere manualità. Non serve avere un titolo particolare, perché anche nelle scuole professionali non c’è una preparazione specifica per l’attività dello skiman. Bisogna riuscire a entrare in un laboratorio dove si possa imparare da chi è già esperto.

Si considera bravo?

Ci sono clienti che mi seguono da quando ho iniziato. Alcuni vengono oggi con figli e nipoti, chiedono di poter parlare con me anche all’accettazione, mi fa piacere.

Ci sono momenti noiosi nel suo lavoro? E cosa le piace di più?

Direi di no, bisogna sempre essere al cento per cento. Non bisogna mollare. Una soddisfazione è quando si riesce a recuperare qualcosa che sembrava irreparabile. Oppure quando ottengono buoni risultati sciatori che gareggiano con i nostri sci. In questa stagione, ad esempio, Andrea Ballerin ha fatto i primi punti in Coppa del mondo.

Ma lei è un bravo sciatore?

Mah, scendo da tutte le piste e arrivo in fondo, non ho una gran tecnica, ma non ho mai fatto un minuto di lezione con un maestro. Ascoltando gli altri sul lavoro, ho rubato qualche consiglio.

Questo lavoro è più importante per lo sci da fondo o da discesa?

C’è bisogno di manutenzione in entrambi gli sport. Nello sci da discesa c’è sicuramente più lavoro da fare. Teniamo conto poi che negli ultimi anni si sono diffusi molto anche gli snowboard e gli scia da alpinismo, che richiedono un lavoro analogo.

Per lo sci da fondo, dopo la preparazione di inizio stagione, i fondisti spesso praticano anche il fai-da-te. Non essendoci le lamine, non si richiede poi la lavorazione specifica.

Cosa dice a chi pensa di poter fare a meno dell’aiuto dello skiman?

In negozio ci sono attrezzi manuali da comperare per arrangiarsi da soli, ma a quanti li acquistano io consiglio sempre di usare prima degli sci vecchi per poter fare un po’ di manualità; altrimenti si rischia di fare qualche malanno oppure di trovarsi sulle piste con le solette che non scorrono o con le lamine che non tengono. Almeno una volta all’anno lo sci andrebbe portato in laboratorio per una sistemazione ottimale.

A cura della classe 5° B della scuola elementare “Schmid” di Trento


La scheda:

Nome: Enrico

Cognome: Martinelli

Professione: skiman per la ditta “Sport Life” di Trento

Segni particolari: Ha cominciato a lavorare a 15 anni e non ha più smesso.

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