Sotto le gioiose vetrate e la slanciata statua del Cristo Risorto della chiesa di San Carlo a Trento, il funerale di don Marcello Farina è stato nel primo pomeriggio di oggi un popolare riconoscimento di affetto, nella preghiera e nell’amicizia, ad un sacerdote apprezzato da tanta gente per le sue capacità di guida e di ascolto. In prima fila i nipoti del prete filosofo scomparso venerdì scorso all’età di 85 anni, attorno al presbiterio una quarantina di sacerdoti, all’organo Stefano Rattini che ha accompagnato il funerale con musiche di Bach. Nel momento penitenziale, l’arcivescovo Lauro Tisi ha chiesto perdono “per tutte le volte che la nostra Chiesa non ha saputo raccogliere le sollecitazioni di don Marcello, a trasformare il Vangelo in terreno di bellezza per l’umano”. Al momento del Padre Nostro ha invocato “la santa inquietudine che ha attraversato la fede e la vita di don Marcello; chiediamo di imparare da lui ad attraversare l’umano con la tenerezza di chi al giudizio e alla condanna sostituisce la capacità di accogliere, domande, fatiche e speranze. Ti chiediamo di saperlo imitare, per saper regalare agli uomini la buona notizia che Dio è tenerezza, umanità piena, balòsamo per gli affaticati.
Le letture del funerale – l’inno alla carità e la parabola del buon samaritano – erano state scelte dallo stesso don Farina, come ha spiegato commosso don Lino Zatelli, parroco della comunità nella quale don Marcello ha collaborato per anni, stringendo molte relazioni significative. Un altro prete amico, don Franco Pedrini, lo ha avvicinato alla figura di don Milani per il suo impegno nella scuola, “dove hai dato il meglio di te – ha detto, seguendo il motto “I Care” (me ne importa), che tu “hai simbolicamente collocato sulle pareti delle scuole dove sei stato insegnante”. Le due letture sono la sua eredità, si è sentito nell’omelia composta da un altro prete amico, don Marco Morelli (influenzato, ha lasciato la lettura a don Pedrini), che ha presentato don Marcello come amico “felice e felicitante, libero e liberante”, viaggiatore instancabile nella geografia (come guida e accompagnatore in tanti viaggi), nella storia (con “lo studio insaziabile dei tempi vissuti dagli umani”) e nelle culture, esprimendo sempre – ha sottolineato don Morelli – un’attenta delicata e paziente condivisione di affanni, dubbi, fragilità e speranze.
A conclusione della Messa, la lettura di un testo composto all’inizio dell’Avvento lo scorso anno da don Marcello e infine il suo breve ma intenso testamento spirituale, ringraziamento al Signore “per avermi accompagnato con la sua premura e tenerezza”.
“Ti ho dedicato i miei giorni con gioia con la fatica di qualche passaggio di dolore e di scoraggiamento – ha scritto don Marcello nel testo letto dai nipoti – Ho voluto bene alle tante persone che ho incontrato e alle comunità cristiane che ho servito con passione, e alla scuola dove ho incontrato tanti giovani aperti al futuro; grazie ai miei cari e alla comunità di Balbido”.

Domani, martedì 2 dicembre, alle 14 ci sarà il funerale nella chiesa del paese giudicariese, presieduto dall’arcivescovo Lauro Tisi.