Confini, identità e conflitti

Dal 4 al 12 luglio il 39° Festival PSA, nel centenario dello scoppio della Grande Guerra

Quest’anno si celebra il centenario dello scoppio della Grande Guerra, un evento che ha segnato le sorti del Novecento e dell’umanità contemporanea. Per il Festival di Pergine, appuntamento fisso dell’estate trentina da quasi quarant’anni, questo rendez-vouz con la Storia diventa lo spunto per approfondire il tema del conflitto, inteso come origine e motore dell’intera esistenza.

“Il destino dell’uomo occidentale pare infatti tracciato da un’infinita linea di trincea che determina la sua visione del mondo, il suo senso di appartenenza, la sua stessa affermazione come animale sociale, separato dai suoi simili da confini mobili e precari”, scrivono gli organizzatori. “Il contendere, sia esso macchiato di sangue o alimentato dalla pura dialettica, è alla base della costruzione degli Stati e delle società moderni, e si rinnova nei rapporti interpersonali, tesse la trama delle nostre vite. Intorno a questi temi, declinati in forma creativa e a volte giocosa, si alterneranno, dal 4 al 12 luglio prossimi, artisti internazionali, spettacoli, installazioni, proiezioni fuori circuito, approfondimenti scientifici, laboratori e percorsi di cura del sé. Nove giorni di autentica esplosione artistica”.

Una presentazione che bene sottolinea i mutamenti artistici e strutturali che si è dato PSA negli ultimi anni, traghettando il festival perginese, primo del genere in tutta la provincia, da semplice propositore di spettacoli, anche di alto livello internazionale, a creatore di proposte artistiche nuove, a formatore di giovani artisti e operatori anche tecnici del mondo dello spettacolo. Un indirizzo imboccato da diversi anni e che ha trovato l'occasione di un autentico cambiamento con la rinuncia gestionale del teatro all'aperto per che molti anni era stato il simbolo del festival. E così il Festival si è immerso letteralmente nella comunità locale, utilizzando spazi pubblici del centro città e del grande parco S. Pietro già sede di quel manicomio che per qualche anno è stato anche occasione di elaborazioni artistiche, oltre che storiche e sociali, che hanno avuto buoni riscontri.

Il tutto accompagnato, da una decina d'anni, da un consistente impegno di risorse per la formazione. Il Festival stesso è un grande laboratorio in cui giovani artisti trovano spesso occasione di debuttare con il sostegno di professionisti qualificati e di livello internazionale. Dal 2009 le proposte sono state estese a tutti coloro che desiderino avvicinarsi al mondo del teatro o intraprendere un percorso di crescita personale attraverso l’arte. Per l'edizione 2014 è stato lanciato un bando “Campus di critica e vita da festival”, rivolto a studenti e giovani operatori culturali del mondo dello spettacolo e dell’arte contemporanea e che ha come intento quello di formare un gruppo di giovani operatori che viva attivamente il Festival.

Per l'edizione 2014 è stato lanciato il bando nazionale, legato al centenario della guerra, che ha visto una buona partecipazione e di cui sono stati resi nomi i vincitori che presenteranno i loro lavori al festival: Inquanto teatro (Firenze), Monica Gattari (Macerata), Rocca Maffia (Padova), Rosabella Teatro (Roma), Abretti/Matera (Bologna); per la selezione riservata al Trentino Alto-Adige Motocontrario Ensamble (Trento) e Virginia Sartori (Trento).

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