Loppio-Busa? Dal 2017

Lo ha assicurato lunedì scorso il governatore trentino Ugo Rossi nell’incontro con gli amministratori altogardesani

Doveva essere un tunnel lungo, molto lungo, capace di collegare la zona ovest di Mori – dove ora sbuca la doppia galleria di Tierno, proveniente dal casello autostradale dell’A22 – direttamente alla piana tra Riva e Arco. Ma i soldi per il tunnel lungo, si è saputo solo due tre anni fa, non ci sono e non ci sarebbero stati.

Meglio allora “accontentarsi” di un progetto più sostenibile, fattibile, con uno sviluppo chilometrico molto inferiore ma anche tempi e costi di realizzazione molto più gestibili. Così si era arrivati a far “digerire” ai sindaci dell’Alto Garda la cosiddetta “Ipotesi C”, cioè il tunnel corto che dovrebbe partire dalla “curva dei rospi”, ai piedi di passo San Giovanni, transitare in parte in trincea e in parte con copertura, sotto le campagne di Nago, per poi sbucare dopo diversi chilometri in roccia formando una grande curva a scendere, dalle parti della Maza. Di qui, superato il Sarca, si arriverebbe alla zona industriale e al Linfano, collegandosi alla viabilità esistente.

Qualche giorno fa, un po’ a sorpresa, da Trento è arrivato un altro stop. Non ci sono i soldi nemmeno per il tunnel corto. Che già piaceva poco, che già era stato scelto perché fattibile e pure in tempi ragionevoli (che poi voleva dire cantiere finito, forse, entro il 2020). Ma che invece rappresenta ora un costo non più affrontabile per il bilancio della Provincia e che quindi deve essere rimandato.

La notizia è piovuta sulla Busa come un nubifragio. Qualcuno, per la verità, se l’aspettava. Altri invece no. Qualche sindaco aveva scelto di credere ai vertici provinciali che non più tardi di dieci giorni fa ancora rassicuravano su tempi, appalti, consegne del cantiere.Invece fermi tutti. L’opera non è prioritaria, costa troppo, non si può fare ora con i “chiari di luna” della finanza pubblica e con Roma che chiede sempre di più alle autonomie speciali.

Prima si è detto che tutto era rimandato al 2019. Poi si è parlato del 2018. Dopo il vertice di lunedì a Trento tra i sindaci altogardesani (accompagnati da una delegazione di imprenditori e rappresentanti delle principali categorie economiche) e il presidente Rossi la nuova data di riferimento diventa il 2017. Significa tre anni per sistemare appalti e affidamento lavori. Ma quanti altri per realizzare il tunnel – opera tutt’altro che semplice – e completarlo? E chi garantisce agli amministratori altogardesani che tra due, tre anni, non ci sarà un altro rinvio?

Sull’importanza di migliorare il collegamento tra la Busa e la Vallagarina si dibatte da trent’anni almeno. Il grande problema è l’assenza di alternative lungo quell’asse. A collegare, ad esempio, Trento e Rovereto sono un’autostrada, una statale, una provinciale, una ferrovia e diverse strade secondarie. A collegare Riva e l’autostrada c’è solo la Ss240. Il progetto “Metroland” è congelato, la Ss45bis lungo la Valle dei laghi non basta come alternativa viabilistica.

Tra pochi mesi nell’Alto Garda vanno al voto sei comuni su sette. Il tema della Loppio-Busa tornerà, purtroppo, centrale anche nella prossima campagna elettorale.

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