Ecumenismo di popolo

Ancora troppe volte l’ecumenismo – la presa di coscienza della scandalosa divisione tra i cristiani – rimane relegato all’Ottavario di gennaio, oppure, eventualmente, al tentativo di risolvere le emergenze dei matrimoni interconfessionali o di assicurare la validità dei battesimi.

Eppure altro è possibile. Non solo: ben altro ci è chiesto fare.

L’ha dimostrato quest’anno la parrocchia di san Carlo, a Trento, con un’intensa azione esclusivamente pastorale, dove è stato possibile concretizzare i principi e le buone intenzioni: l’anno pastorale è stato costellato da un percorso con la pastora Lidia Maggi che mese dopo mese ha intessuto di vita la pagina delle Beatitudini. Così, alla fine del percorso, sabato scorso, la celebrazione dell’Eucaristia ha suggellato il cammino; una celebrazione che con serietà e con autorevolezza, evitando folclorismi e leggerezze, ha reso visibile e necessario il valore della differenza, oltre all’impellente attesa per una piena e autentica comunione cristiana.

Non è vero che l’ecumenismo è questione di palati raffinati o di poche acculturate élite. Se i numeri vogliono ancora dir qualcosa, l’ha dimostrato anche la forte partecipazione comunitaria. La parrocchia di san Carlo, e don Lino in primis, ha dato dimostrazione che l’ecumenismo è davvero questione di comunità, di scelte condivise, di percorsi possibili (e ce ne sono tanti!), ma soprattutto di fiducia nell’accoglienza dei doni. Doni diversi, così come è ogni dono, ma non per questo contrapposti.

Sino a quando il dialogo ecumenico non “oserà per fede” – così come è stato per i suoi precursori – rimarrà questione di pochi e isolati abbracci di compiacimento. E se la Parola e il Battesimo ci rendono già uniti, l’accostarsi alla medesima Mensa costituisce ora il futuro prossimo a cui dovrebbe guardare con slancio e con passione proprio ogni singolo cristiano. Non possiamo non rendercene conto. Non siamo noi a voler far sofismi; è l’imperativo dell’Evangelo che lo reclama da sempre a viva voce.

Che fare dunque? Tutto ciò che è possibile (e magari anche qualcosa di più). Con l’impegno però di farlo insieme.

Alessandro Martinelli

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