Dietro la porta, un muro

È nata nel 1423 la tradizione di aprire una Porta Santa nelle basiliche di Roma. Un simbolo per indicare un passaggio speciale, un’apertura più ampia per essere accolti o ri-accolti nella Chiesa e per accedere all’amore, al cuore di Dio con la celebrazione dei Sacramenti, soprattutto nella riconciliazione e nel perdono, nella Comunione e nell’Eucaristia. Papa Francesco ci ha invitato a moltiplicare le Porte Sante perché tutti e ovunque nel mondo possano avere accesso alla Misericordia di Dio

Dal 1500 troviamo anche il simbolo del muro che viene abbattuto dietro le Porte Sante delle quattro principali basiliche romane. Questo simbolo rimane esclusivo di quei luoghi. L’origine deriva da fatto che in quel tempo l’afflusso dei fedeli era tale che ci volle un’apertura ulteriore nella parete della basilica, uno spazio più ampio, una porta nuova. Quel muro, terminato l’Anno Santo, viene ancora ricostruito dietro la porta chiusa per essere di nuovo distrutto nel Giubileo seguente, quando i suoi mattoni vengono offerti ai fedeli come ricordo e “reliquia” di quel muro. In quel muro, lo ricordo bene nell’apertura e nella chiusura delle quattro basiliche romane per il Grande Giubileo dell’Anno 2000 vengono murate delle urne contenenti le monete degli anni dall’ultimo Giubileo. Era un modo antico per datare la muratura in caso che non ci si ricordasse la data dell’ultimo Anno Santo e per testimoniare con una pergamena quanto avvenuto nell’anno giubilare. Lo scorso dicembre avranno ritrovato anche la mia firma, soprattutto nel muro della porta santa di San Paolo fuori le Mura. In quell’occasione avevo agito come Protonotario Apostolico, notaio e testimone dell’avvenuta muratura a conclusione dell’Anno Santo.

Oggi più che mai il simbolismo del muro è un richiamo e ci rimanda ai muri abbattuti. Pensiamo a quanto avvenuto tra Europa Orientale e Occidentale nell’ultimo ventennio; ma soprattutto non dimentichiamo i tanti, troppi muri che ancora esistono e che purtroppo vengono ancora costruiti. Il simbolo del muro che divide ci richiama il Cristo venuto per abbattere le frontiere e per accogliere tutti: “Egli infatti è la nostra pace,colui che di due ha fatto una cosa sola,abbattendo il muro di separazione che li divideva,cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne”(Ef2, 14).

Egli chiede anche a noi di sentirci chiamati ad essere non un muro invalicabile, ma una porta spalancata che non nasconde un muro! Domandiamoci, allora, se abbiamo qualche muretto ancora da valicare o da abbattere nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nelle comunità. Manca un mese alla conclusione dell’Anno della Misericordia: forse una breccia, un’apertura è ancora possibile. Pensiamoci!

(5 – segue)

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