Un Parlamento targato Rosatellum

Il 4 marzo andremo a votare con la nuova legge elettorale – la n. 165 del 3 novembre 2017 -, battezzata “Rosatellum” dal nome del suo ideatore Ettore Rosato, deputato del Pd. Cosa cambia rispetto alle precedenti consultazioni elettorali? Che sistema elettorale prevede la nuova legge? Come saranno le schede che troveremo al seggio e come potremo esprimere la nostra preferenza di voto? Sono le domande che si pongono anche i nostri lettori (si veda a pagina 38). Proviamo a rispondere.

La nuova legge elettorale delinea un sistema elettorale “misto”, con una componente maggioritaria uninominale ed una proporzionale plurinominale.

L’assegnazione dei seggi

L'assegnazione di 232 seggi alla Camera (comprensivi di 1 collegio in Valle d'Aosta e 6 collegi in Trentino Alto-Adige) e di 116 seggi al Senato (comprensivi di 1 collegio in Valle d'Aosta e 6 collegi in Trentino Alto-Adige) è effettuata in collegi uninominali, in cui è proclamato eletto il candidato più votato.

L'assegnazione dei restanti seggi delle circoscrizioni del territorio nazionale (386 e 193, rispettivamente per la Camera e per il Senato) avviene in collegi plurinominali, con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato le soglie di sbarramento stabilite dalla legge, uguali sia per la Camera sia per il Senato: al 3% per le liste singole e al 10% per le coalizioni a livello nazionale (con la concorrente soglia del conseguimento del 3 per cento da parte di almeno una lista infracoalizione); se la coalizione non supera il 10%, si intende che superi lo sbarramento la lista infra-coalizione che abbia conseguito almeno il 3 per cento. Nei collegi plurinominali sono proclamati eletti i candidati della lista secondo l'ordine di presentazione, nel limite dei seggi cui la lista abbia diritto.

I seggi della circoscrizione Estero (12 per la Camera e 6 per il Senato) sono assegnati con metodo proporzionale.

In definitiva, il nuovo Parlamento sarà eletto per il 37% dei seggi con sistema maggioritario, per il 61% con metodo proporzionale e per il 2% dagli italiani all’estero con metodo proporzionale (anche gli studenti che partecipano a progetti di formazione all’estero e i cittadini che, per motivi di lavoro o cure mediche si trovano all’estero per un periodo di almeno tre mesi, possono votare per corrispondenza nella località in cui si trovano; così come chi svolge il Servizio civile all’estero). La ripartizione dei seggi tra le liste alla Camera è su base nazionale, mentre al Senato su base regionale.

Come si vota

Al seggio si riceveranno due schede: una per l’elezione del Senato della Repubblica e una per l’elezione della Camera dei deputati.

L’elettore avrà tre opzioni: potrà segnare il candidato uninominale e il simbolo del partito o di uno dei partiti che lo sostengono (sempre all’interno dello stesso riquadro: non è previsto il cosiddetto “voto disgiunto”); potrà segnare soltanto il candidato uninominale e in questo caso il voto varrà anche per il partito singolo o per i partiti coalizzati (in misura proporzionale tra loro in base ai voti ottenuti dagli stessi); potrà segnare soltanto il partito o uno dei partiti coalizzati e in questo caso il voto varrà anche per il candidato uninominale collegato.

Le modalità di voto sono peraltro riportate nella parte esterna della scheda elettorale, dove si precisa che:

– se l'elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato del collegio uninominale e un segno sul sottostante rettangolo contenente il contrassegno della lista nonché i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale, il voto è comunque valido a favore sia del candidato uninominale sia della lista.

– se l'elettore traccia un segno sul contrassegno e un segno sulla lista di candidati nel collegio plurinominale della lista medesima, il voto è considerato valido a favore sia della lista sia del candidato uninominale.

– se l'elettore traccia un segno, comunque apposto, sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è nullo, in quanto non è previsto il voto disgiunto.

Trasparenza

Il Rosatellum bis contempla norme di trasparenza. Dal 31 gennaio sulla sezione “Elezioni trasparenti” del sito del ministero dell’Interno (interno.gov.it/elezioni) sono pubblicati per ciascuna lista: il contrassegno depositato; lo statuto ovvero la dichiarazione di trasparenza depositati; il programma elettorale con il nome e cognome della persona indicata come capo della forza politica.

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