Abete rosso

ABETE ROSSO. L’abete rosso (Picea abies) è il classico albero di Natale che per forma e dimensione, piramidale,  e ascendente, viene collocato e addobbato in  casa accanto al presepe. Ha però il difetto di perdere facilmente gli aghi per via del caldo degli appartamenti. Oggi sul mercato sono sempre più presenti atre conifere che stanno incontrando l’apprezzamento degli acquirenti quali l’abete del Caucaso (Abies nordmaniana) e l’abete del Colorado (Picea pungens) perché non perdono gli aghi ed hanno una maggior resistenza e durata.  L’abete del Caucaso ha aghi arrotondati e persistenti. L’abete del Colorado ha invece aghi pungenti anche se viene preferito da molti per via del bel colore argentato della sua chioma. Il migliore albero di Natale da noi rimane  l’abete bianco (Abies alba) sicuramente il più ricercato e pregiato.

L’abete è un albero fortemente simbolico ed è presente in tutte le civiltà fin dai tempi più antichi. Nella Genesi viene citato come l’albero della vita, piantato da Dio al centro dell’Eden.

CHE BUONE LE NESPOLE.  Non è molto diffusa oggi la coltivazione del nespolo, pianta che in passato occupava i terreni più marginali e forniva nel tardo autunno gustosi frutti. Attualmente il nespolo viene coltivato più per passione che per i suoi frutti. E’ comunque una pianta interessante da coltivare nell’angolo anche meno fertile dell’orto o del giardino, magari associata ad altre rarità del frutteto familiare quali caco, melograno, melo o pero cotogno.

Le nespole vanno raccolte prima che arrivi il freddo e, poste sopra il  fieno o la paglia, dentro cassette di legno, a loro volta poste in luogo ventilato, saranno pronte da mangiare nel giro di 2-3 settimane.  La raccolta è delicata: infatti lo stacco del frutto dalla pianta  va effettuato con cura usando forbici ben affilate in quanto  il picciolo è legnoso.

NESSUN RIMEDIO. In questo periodo i crisantemi  in aiuola o in vaso possono evidenziare delle escrescenze più o meno grosse al piede dei cespi. Sono causate da una grave malattia  che va sotto il nome comune di cancro ed è dovuta all’attività di un batterio denominato agrobacterium tumefacens.

Il batterio colpisce piante erbacee da fiore e  arboree da frutto, intaccando irrimediabilmente le radici.  Non esistono  mezzi diretti di lotta, né chimici, né chirurgici. Le piante colpite quindi devono essere eliminate subito insieme alla terra che avvolge l’apparato radicale provvedendo alla distruzione ella parte vegetativa a mezzo della bruciatura.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina