Al Vigilianum a novembre torna il cineforum: tre film, tre racconti di donne

Zorica Nusheva in un’inquadratura del film “Dio è donna e si chiama Petrunya”

Quest’anno l’appuntamento con il cinema al Vigilianum torna a novembre con tre film focalizzati sul tempo dell’attesa.

Si inizia infatti mercoledì 16 novembre per chiudere il 30 novembre, prima settimana di Avvento. In questo tempo, segnato da due anni di pandemia, violenze politiche, sanitarie e mediatiche, e dal ritorno dello scontro tra Imperi aggravato dalla minaccia nucleare, la nascita di un nuovo uomo che corrisponda infine al progetto del suo creatore, è più urgente che mai. C’è bisogno di ripiantare la tenda in Efrata e attendere la nascita del nuovo Adam in Bet Lehem, Casa del pane.

Da questa urgenza e dal luogo di questa attesa, la rassegna prende il titolo: La casa del pane. Dal riemergere nella storia di un maschile arcaico e barbarico, la necessità di riconsiderare maschile e femminile, che si guardino dentro una prospettiva di trasformazione e di compimento dell’umano. Dalla preghiera alla Vergine dell’Attesa di don Tonino Bello il contrappunto spirituale al tema socio-psicologico.

Era ancora il 1993 quando don Tonino scriveva: Se oggi non sappiamo attendere più è perché siamo a corto di speranza. Se ne sono disseccate le sorgenti. (…) Giunti alle soglie del terzo millennio, ci sentiamo purtroppo più figli del crepuscolo che profeti dell’avvento. E proseguiva invocando Maria, vergine dell’attesa, di fronte ai cambi che scuotono la storia, donaci di sentire sulla pelle i brividi dei cominciamenti. Facci capire che non basta accogliere: bisogna attendere. Accogliere talvolta è segno di rassegnazione. Attendere è sempre segno di speranza. Chiudeva infine con l’auspicio più attuale che mai: il Signore che viene, vergine dell’Avvento, ci sorprenda, anche per la tua materna complicità, con la lampada in mano.

A questa figura, che è quella delle vergini sagge, rispondono i film che vengono proposti. Tre racconti di donne che tengono la fiamma accesa e la alimentano nonostante il contesto negante. Donne che raggiungono uno sguardo autentico su se stesse, generativo di una nuova umanità.

Il primo film porta questa fiamma proprio al centro della narrazione e sembra rispondere all’invocazione di don Tonino Sentinella del mattino, ridestaci nel cuore la passione di giovani annunci da portare al mondo, che si sente già vecchio. È il film della Disney dello scorso Natale, Encanto, un film di animazione, dunque, rivolto in apparenza ad un pubblico infantile, in realtà una parabola che chiede orecchi e occhi capaci di intendere. Qualcuno lo ha definito un film per adulti che segue strutture narrative fruibili anche dai bambini (Stefano Monetti per spiweb.it – Società Psicoanalitica Italiana).

Il secondo, Dio è donna e si chiama Petrunya (2019), è opera autoriale di una regista macedone supportata da una squadra artistica al femminile, che invita a tuffarsi insieme alla protagonista nelle gelide acque di una tradizione cristallizzata che trasmette in modo acritico modelli divisivi ed escludenti, per recuperare uno spazio di trasformazione.

Il terzo è l’esordio nel lungometraggio di una regista marocchina che con Adam (2019), ci conduce in una casa del pane nel vecchio centro di Casablanca, dove si condensa l’attesa e l’accoglienza di una nascita al di fuori dagli schemi tradizionali.

Mercoledì 16, 23 e 30 novembre alle 20.30, al Vigilianum in via Endrici, 14. Organizza la Biblioteca diocesana in collaborazione con l’associazione NOI Trento.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

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