Albiano, porfido e castagne

Il nome del borgo deriva da Albius, una gens attestata anche nel vicino Veneto ed è citato fin dal 1176. è stata abitazione stabile dei luoghi di gente di epoca romana, la gens Albia di Villa Albiana. In epoca medievale l’unica strada della valle partiva da Ponte Alto di Trento, passava da Civezzano per risalire poi la valle.

La ricchezza della zona è il porfido estratto dalle cave sulle pendici dei monti Gorsa e Barco. Se inizialmente si estraevano “lastre di ardesia usate per coprire le case”, è solo nel 1936 che lo sfruttamento delle cave divenne più intenso dando vita a un’attività che risollevò le sorti di vita ed economiche della valle, creando lavoro e benessere.

L’antica chiesa di S. Biagio (1149) ha un tabernacolo in pietra. Quella nuova (1935) ha un pavimento in porfido posato nel 1975.

Lo stemma di Albiano del 10 novembre 1930 recava un albero sradicato su campo azzurro con fascia d’argento nella metà superiore. Quello attuale, adottato il 21 aprile 1978, reca un castagno (albero molto diffuso in zona) con radici su campo rosso e campo in argento nella metà superiore. In basso a sinistra reca un cumulo di cubetti di porfido (l’oro del posto). I legamenti sono quelli di Comune con fronde legate da un nodo d’oro.

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