Aldo Gorfer, vent’anni dopo

Aldo-Gorfer in uno scatto di Gianni Zotta
Aldo Gorfer (1921-1996) se ne è andato il 12 giugno di vent’anni fa. Fu il più noto dei giornalisti trentini della seconda metà del XX secolo.

Con Piero Agostini (1934-1992), Luigino Mattei (1929-2013), Enrico Goio (1930-1992) e altri colleghi, raccontò il Trentino che usciva dalla guerra e che, da terra contadina e di emigrazione, conobbe uno sviluppo economico e sociale sorprendenti. Dal 1946 (“Il Popolo Trentino”), al 1977 (“L’Adige”) in qualità di “redattore viaggiante” (oggi si direbbe: inviato speciale) attraversò in lungo e in largo la regione non disdegnando frequenti puntate in Europa.

Ha lasciato una bibliografia di grande spessore: dai due volumi sulle “Valli del Trentino”, ai cinque volumi della “Guida ai Castelli del Trentino”; dai due volumi di “Terra mia” a “Solo il vento bussa alla porta”; dagli “Eredi della solitudine” a “il pane di Sant’Egidio”. Per molti suoi reportage ebbe quale compagno di viaggio il fotoreporter Flavio Faganello (1933-2005). Quando compì settant’anni, la Provincia e la biblioteca comunale di Trento gli dedicarono un volume “Per Aldo Gorfer”. Al suo nome sono intitolare una scuola elementare (a Trento nord) e una via (al Casteller, fra Trento e Mattarello).

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