Batteriosi dell’albicocco

BATTERIOSI DELL’ALBICOCCO. Una nostra lettrice (Anna Maria P.) ci invia alcune foto dei frutti delle sue albicocche malate e chiede lumi intorno alle cause insieme al consiglio di come combatterle.

I sintomi riscontrabili sulle albicocche sono stati causati da un batterio (Xantomonas syringe e X. campestris) che colpisce tutte le drupacee (albicocco, susino, pesco, ecc.). Ne vengono interessate foglie e frutti. Sulle foglie sono osservabili  maculature fogliari a contorno irregolare, idropiche, che evolvono in tacche necrotiche, disseccano e  si staccano dal lembo causando la cosiddetta impallinatura.Sui frutti il patogeno causa caratteristiche aree necrotiche, leggermente depresse, con screpolature al centro ed alone idropico, ben visibile sul frutto immaturo.Sul frutto maturo le tacche necrotiche, talvolta profonde anche qualche millimetro, si possono presentare parzialmente suberificate e possono assumere la consistenza di crosticine di colore scuro. Sui rami, sulle branche e sul tronco non vengono segnalati sintomi riferibili al patogeno. Le albicocche si possono mangiare senza problemi. Il sanno è solo di tipo commerciale. Il batterio responsabile sopravvive da una stagione all’altra sulle superfici dei diversi organi della pianta, all'interno dei cancri, nei residui di vegetazione infetta rimasti nel terreno. In campo la diffusione avviene per azione del vento e della pioggia ed anche per intervento dell'uomo. La penetrazione dei batteri nei tessuti della pianta ospite avviene attraverso gli stomi e ferite (da taglio, grandine) e la batteriosi si evidenzia in condizioni di elevata umidità ambientale con presenza di bagnatura e temperature oltre i 20°C.

La lotta si effettua eseguendo i trattamenti sul secco: in autunno alla caduta delle foglie e in primavera prima della schiusura delle gemme. prodotti da usare: ramati ad alte dosi (ossicloruri, poltiglia bordolese) bagnando bene le piante.

NON BAGNARE LE FOGLIE. Durante la stagione estiva i fiori coltivati in vasi o terrine e posti su balconi e terrazzi, ma anche di quelli coltivati in aiuola è bene evitare di bagnare la vegetazione. Il microclima caldo e umido che si verrebbe creare mette in pericolo la sanità in quanto predispone le piante agli attacchi di marciumi (botrite) e a disseccamenti delle foglie.

Se però la posizione è in pieno sole e si teme che la temperatura possa surriscaldare i contenitori e quindi gli apparati radicali questi si devono mettere in contenitori più grandi contenenti argilla espansa mantenuta sempre umida. Un metodo poco costoso, facilmente realizzabile e molto efficace è quello di avvolgere i vasi con della carta da giornale o del cartone.

LA PIANTA ANTITALPE.  Tra i metodi naturali ritenuti utili al controllo delle talpe negli orti e giardini figura anche la Catapuzia, una pianta erbacea della famiglia delle Euphorbiace.  Questa pianta contiene al suo interno un lattice biancastro irritante e tossico. E’ velenosa per l’uomo e gli animai domestici. Piantata al limitare degli orti si ritiene che eserciti una certa azione  repellente nei confronti delle talpe.  In ogni caso la sua azione non è risolutiva del problema creato dai temibili animaletti scavatori. La catapuzia produce molti semi e alla lunga può diventare anche infestante. L’eliminazione manuale richiede attenzione: fare uso dei guanti per evitare in contato col lattice.

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