Il primo calendario d’Avvento di cui si abbia notizia documentale sembra essere stato quello creato dal teologo evangelico e sociopedagogista Johann Hinrich Wichern. Uno strumento educativo – datato 1839 – che aveva lo scopo di rendere visibile ai bambini dell’istituto “Rauhes Haus” di Amburgo il percorso che passo passo porta al Natale. Wichern prese la ruota di un carro e pose sul legno della circonferenza una candelina per ogni giorno. Per le domeniche una candela più grande. Fu così, pare, che assieme al calendario nacque anche la tradizione della corona d’Avvento, due elementi della tradizione che poi presero ognuno la sua strada.
Tradizioni non così lontane nel tempo, dunque, come del resto quella dell’albero di Natale – anch’essa risalente all’800 – per non parlare di Babbo Natale, ma questa è davvero un’altra storia.
Il calendario d’Avvento conobbe diverse varianti nel corso della sua breve storia. Presto apparvero le immagini o le frasi nascoste da finestrelle da aprire giorno per giorno. Fino alla comparsa, dietro le piccole serrande, di un cioccolatino, un biscotto o qualche altro minuscolo regalo.
Ora però arriva il “calendario d’Avvento al contrario”. A proporlo è la Caritas diocesana di Graz, che ha pubblicato sul suo sito internet le istruzioni per realizzarlo: “Prendete una scatola vuota e aggiungete ogni giorno, durante l’Avvento, un pacchetto di alimenti non deperibili o articoli per l’igiene personale. A partire dal 1° dicembre, riempite il calendario dell’Avvento con alimenti di buona qualità e altri articoli di uso quotidiano per le persone bisognose. Entro Natale, la scatola sarà bella piena e potrà essere donata ai vari punti di consegna della Caritas. La vostra donazione sarà poi data come regalo di Natale a persone che ne hanno urgentemente bisogno”.
“Il calendario dell’Avvento al contrario è un modo meraviglioso per dare gioia e sostenere le persone in difficoltà”, dice la direttrice della Caritas diocesana (nonché presidente di Caritas Austria) Nora Tödtling-Musenbichler, lanciando il suo personale appello ad aderire alla campagna.
Perché “alla rovescia”? Perché il ricevere si trasforma in un dare.
A monte della proposta c’è una riflessione sulla cultura del dono, della gratuità, in una società fondata sui profitti e sui consumi. Anche il Natale, a cominciare dal periodo dell’Avvento, può essere vissuto come una fiera dei consumi oppure come un’occasione di condivisione (volendo anche entrambe le cose). La Caritas stiriana incoraggia i singoli, le famiglie, le classi scolastiche, le comunità di colleghi di lavoro e altri gruppi a dare il proprio contributo per il bene di chi sta peggio. Le scatole riempite di alimenti o altri oggetti possono essere consegnate al Marienstüberl di Graz (luogo di incontro e mensa per persone in difficoltà) o in altri punti di raccolta in tutta la diocesi. “Un pacchetto di pasta, un barattolo di miele o un paio di calzini possono essere un aiuto prezioso”, sottolineano alla Caritas nel sollecitare la partecipazione. Oltre agli alimenti si raccolgono articoli per la cura personale come dentifricio, sapone o rasoi e capi di vestiario contro il freddo dell’inverno, come calze o guanti.
Anche Klagenfurt, in Carinzia, ha il suo “calendario dell’Avvento al contrario”. La parrocchia della cattedrale ha invitato i fedeli a riempire una cesta posta all’ingresso del duomo con alimenti non deperibili o articoli utili all’igiene personale. Questi doni possono poi essere direttamente raccolti e portati via da coloro che ritengono di averne bisogno.