Campodenno, una terra di chiese e di castelli

In dialetto è Ciamdadém. Il toponimo è ricordato ad inizi 1330 come Campus vulgo dictus Campo d’Enno. E corrisponde appunto a Campo di Denno. Nel Medioevo entrò nella sfera vescovile di Trento.

Il castello sotto Lòver, castel Belasi, fu feudo dei Belasi, dipendenti degli Eppan. Parte del territorio fu dei conti d’Enno. Il Comune ha molte frazioni che si distendono lungo il rio Belasi e il torrente Lovernatico.

L’economia prevalente si basa sulla coltivazione del melo. La parrocchiale è dedicata a S. Maurizio. Sulla sommità di un dosso si eleva la chiesa di S. Pancrazio, luogo di eremitaggio. Molte le chiese nelle singole frazioni: a Dercolo S. Stefano; a Segonzone S. Giacomo; a Quetta la chiesa gotica di S. Egidio; a Termòn la Natività di S. Giovanni Battista.

Lo stemma è stato adottato il 4 agosto 1987. E’ troncato: nel primo d’argento al leone di rosso linguato dello stesso armato d’oro, salente una gradinata di nero posta sulla trinciatura, reggente con le zampe una stella d’oro per inchiesta; nel secondo una scacchiera di rosso e d’argento originata da tre trinciature e otto troncature.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina