Cavizzana, che schivò la peste

Nel 1200 appare come Caresana e solo più tardi (1318) come Cavizzana. Caresana potrebbe derivare dal latino carex, carice. Ma si fa derivare anche dal latino Capitius, ossia capitiana, cioè terra di Capitius. La zona è quasi sempre stata sotto il Principato vescovile di Trento. Nella storia del paese domina la data del 1632 incisa sul Sass de la Guardia che ricorda la peste manzoniana dalla quale il paese rimase indenne.

La chiesa parrocchiale, del 1402, è dedicata a San Martino. L’economia era fondata su agricoltura e lavorazione del ferro (fucine sul rio Caldo) per la costruzione di attrezzi agricoli. Oggi predomina il pendolarismo lavorativo.

Lo stemma del 20 novembre 1987 allude alla devozione locale per S. Martino e ricorda anche l‘attività di antiche fonderie. Su argento riproduce il santo mentre dona il mantello a un povero rivestito d’ocra su un prato verde. Nel bozzetto originario ideato dal Comune figurano colori che non appaiono nello stemma ufficiale: in origine infatti troviamo l’abito bianco di S. Martino, il cielo azzurro e il mantello color ciclamino. Corrisponde invece il colore Terra di Siena del cavallo.

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