Che Guevara e la crisi economica

Luigi Garlando, L’estate che conobbi il Che – Rizzoli, 2015 – 179 p. – € 15,00 – e-book € 6,99 – Età di lettura: da 10 anni

Non sono vicende né personaggi da poco quelli che Luigi Garlando sceglie come argomento dei suoi libri per i ragazzi. Dopo la corruzione (“Camilla che odiava la politica”, Rizzoli), la guerra (“Mio papà scrive la guerra”, Piemme), dopo la mafia e Giovanni Falcone (“Per questo mi chiamo Giovanni”, Fabbri) questa volta tocca a Che Guevara e alla situazione di crisi economica dei nostri giorni. Due soggetti senza un legame apparente, ma che lo trovano perfettamente in “L'estate che conobbi il Che” (Rizzoli) segnando per sempre Cesare, il giovane protagonista.

Cesare ha dodici anni ed è figlio di un ricco imprenditore. La madre è chirurgo di fama e la sorella, studentessa universitaria, si dedica allo shopping e all’attività di fashion blogger. Una vita normale di una famiglia benestante dell'hinterland milanese. Tutto cambia il giorno del compleanno di Cesare quando il nonno, colto da un infarto, non si presenta alla festa. Alla festa non arrivano neanche tanti degli amici invitati: sono i figli degli operai che lavorano per il padre di Cesare e che rischiano il licenziamento. Mentre lo portano all'ospedale, sul petto del nonno Cesare vede per la prima volta il suo tatuaggio con il Che. Durante la convalescenza il nonno, ripresosi, gli racconta delle imprese di questo uomo, mostrandogli il valore del coraggio, dell'impegno e della rivoluzione per il bene degli altri, soprattutto di chi non ha voce, e l'importanza del capire punti di vista diversi.

È un'estate importante quella che Cesare vive in questo libro. Un periodo in cui tante cose cambiano, alcune in bene, altre in male: Cesare cresce e prende coscienza di quello che comporta dover fare delle scelte e prendere delle decisioni, anche coraggiose.

Intrecciata alle vicende della fabbrica del padre di Cesare, quella del Che diventa una storia che ha anche oggi ancora molto da dire. Non è un romanzo biografico. È una storia di attualità con temi e situazioni di cui anche i ragazzini sentono continuamente parlare. Non è, però, neanche un pesante romanzo a sfondo sociologico. E' una storia di giustizia, di valori, di uguaglianza, di impegno che si divora d’un fiato. Una storia scritta molto bene e che, pur trattando di argomenti impegnativi, risulta coinvolgente e scorrevole perchè Garlando riesce a scrivere di cose importanti in modo facile anche per i ragazzi.

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