Con la rossa Kitty, Anna Frank parla ai giovani

Scena tratta dal film d’animazione “Anna Frank e il diario segreto”, realizzato da Lucky Red: Amnesty International me cura la distribuzione nelle scuole

Il Giorno della Memoria è stato voluto per mantenere vivo il ricordo dell’orrore che è potuto accadere nella civile e cristiana Europa ottant’anni fa, nell’indifferenza dei governi e della maggior parte della gente. Ma la memoria è cosa fragile, fa presto a svuotarsi dell’esperienza e poi anche del significato. Restano involucri vuoti che rimandano ad un concetto, ma non comunicano più la sostanza e non permettono di riconoscere nell’oggi i segni di ciò che accadde ieri.

Lo denuncia il regista israeliano Ari Folman nel suo ultimo film di animazione, Anna Frank e il diario segreto.
Piazza Anna Frank, Ponte Anna Frank, Scuola Anna Frank, Teatro Anna Frank… ma dov’è Anna Frank?” è la domanda di fondo che motiva e anima il racconto.

Tramite il Diario la voce di Anna ha parlato a intere generazioni, che però erano più vicine storicamente all’accaduto: oggi, i ragazzi la conoscono? non come un nome che si studia a scuola, ma come una di loro, una ragazzina che provava emozioni e nutriva sogni e desideri, e amava la vita nonostante i tempi terribili che le è toccato vivere …
Per questo Ari Folman, su incarico della Fondazione Anne Frank di Basilea, ha pensato prima di tradurre una parte del diario in fumetto per invogliare i più giovani a leggere il vero diario, poi ha realizzato un graphic novel, infine è arrivato ad un film di animazione la cui protagonista non è Anna ma l’amica immaginaria, Kitty. Vale a dire lo spirito del Diario.

Di fatto la rossa Kitty fuoriesce dalle pagine del quaderno dalla copertina a scacchi rossi come uno spirito d’inchiostro e parole che prende forma e vita per andare alla ricerca dell’amica di cui non conosce la sorte, perché naturalmente Anna non ha potuto scriverla sulle pagine del diario.

Finché resta nella casa-museo, Kitty resta invisibile, ma quando esce in strada tutti la vedono, possono sentirla e parlarle. Purché lei abbia il diario con sé. Così la polizia si mette sulle sue tracce per recuperare il pezzo più importante del Museo, mentre lei trova rifugio nella comunità dei nuovi reietti d’Europa: profughi e clandestini. È accolta e aiutata dai più giovani tra loro. Tra loro c’è anche un Peter contemporaneo che la sostiene nella sua ricerca e nella sua denuncia.

Va detto che lo sforzo di attualizzazione si avverte – l’adulto fatica un po’ a riconoscere lo spirito di Anna incontrato nella pagina scritta – e la commozione che il diario sa muovere subisce inevitabilmente un raffreddamento. Il disegno però è molto bello, la concezione accurata – Folman ha impiegato otto anni per arrivare al risultato e nel frattempo sua madre, ebrea polacca arrivata ad Auschwitz negli stessi giorni della famiglia Frank ma sopravvissuta al lager, è arrivata a compiere 100 anni. Evviva!

Presentato fuori concorso a Cannes, il film è uscito in sala a settembre e ora c’è già il dvd accompagnato da una piccola brochure informativa per iniziativa di Lucky Red e di Amnesty International, che ne promuove la circolazione nelle scuole.

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