Covid-19, pandemia fuori controllo in Brasile

Imagem de Drone do Cemitério Nossa Senhora Aparecida com caixões em valas comuns Foto Ricardo Oliveira

Manaus, la metropoli dello Stato di Amazonas in Brasile, è tra le più colpite dalla pandemia. Le cifre ufficiali (5.700 contagi e circa 500 morti nello Stato amazzonico per Covid-19 al 1° maggio) sottostimano la realtà. Per manifestare la sua vicinanza papa Francesco ha telefonato nei giorni scorsi all’arcivescovo dom Leonardo Steiner, francescano minore, da pochi mesi alla guida dell’arcidiocesi, dopo essere stato per otto anni segretario generale della Conferenza nazionale dei vescovi del BrasileNelle due lettere al Centro missionario di Trento le testimonianze del comboniano padre Fausto Beretta, da Manaus, che è stato delegato al Sinodo per l’Amazzonia, e da Roraima di padre Gianfranco Graziola, missionario della Consolata, assessore della Pastorale carceraria nazionale della Conferenza episcopale brasiliana.

Padre Graziola: “Non dobbiamo abbassare la guardia”

Io anche se chiuso in casa sto bene e da qua continuo il mio lavoro che non mi manca anche se il nostro ufficio è chiuso ormai da quasi un mese.

La nostra preoccupazione grande è per il mondo del carcere dovuto alle condizioni igienico sanitarie e di sovraffollamento che esistono qui in Brasile. In questi giorni sappiamo che vi sono già alcuni casi di Covid-19 e questo ci preoccupa, anche perché anche l´alimentazione è quello che è, spesso scarsa e allo stesso tempo pessima.

A peggiorare questa situazione vi è la sospensione della visita dei famigliari, che porta con sé tutta una serie di conseguenze come l’impossibilità di fare arrivare ai loro cari il “Jumbo”, ossia materiale per la pulizia personale, medicine e generi alimentari: ora viene mandato per pacco postale ma vi sono difficoltà dovute alla burocrazia di un sistema che apparentemente vuole essere perfetto, ma invece è volutamente mal funzionante e oppressivo.

Grazie anche alle stravaganti prese di posizione del presidente federale Bolsonaro, la gente non è ancora convinta che il virus si può combattere solo con l’isolamento sociale. A San Paolo le persone in quarantena erano poco più del 40%, ma gli esperti dicono che si deve arrivare al 70%. Vedremo che cosa deciderà il governatore, perché qui la sanità è già in affanno.

Noi stiamo tutti bene e siamo chiusi in casa, anche perché tutti a rischio, con tre ultraottantenni e altri tre prossimi agli ottanta, tre sopra i sessanta e il più giovane di 45 anni, ma provato da tre operazioni chirurgiche. Per cui non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia.

Padre Gianfranco Graziola

Padre Beretta: “Gli Indios, indifesi e abbandonati”

Grazie per l’amicizia e la solidarietà in questo momento tanto difficile per tutti noi e per l’Amazzonia in particolare. Cosa dire? Forse avete visto alla tv quello che succede: morti per il virus, confusione fra politici, mancanza assoluta di assistenza medica e ospedaliera, gente che approfitta della situazione in tutte le maniere (nelle farmacie, nei mercati, ecc..).

Penso che l’unica autorità riconosciuta dalla gente sia la Chiesa cattolica. Mi pare che il nuovo arcivescovo dom Leonardo Steiner, già Segretario della CNBB, la Conferenza dei vescovi brasiliani, sia la persona della Provvidenza.

Quali le cause di questa situazione? Personalmente penso siano tre:

1) Il virus, nella sua gravità, rivela quale sia la situazione sanitaria dell’Amazzonia: assoluta mancanza di assistenza medica, ospedali, igiene, ecc. Quante volte è stata denunciata questa realtà? Ma l’importante era – ed è – la “zona franca” (Manaus ha un regime fiscale particolarmente favorevole per le imprese, ndr) degli industriali.

2) Il secondo grande problema, messo da parte in questi giorni, ma che diventa sempre più forte e violento, è il traffico della droga e la guerra tra due “fazioni” criminali, CV (Comando Vermelho) e FdN (Familia del Nord), che approfittano della pandemia per fare propaganda, soprattutto fra gli adolescenti e fra i giovani, e per creare ovunque “bocche di fumo” (luoghi di spaccio).

3) Continuano l’invasione delle terre indigene e gli incendi della foresta. La situazione degli Indios è molto difficile: indifesi e abbandonati dal punto di vita sanitario, e attaccati dai fazendeiros e dal progetto agricolo del Governo di Bolsonaro.

E noi siamo qui, chiusi in casa da quasi due mesi, e dovremo rimanerci fino alla fine di maggio. Fisicamente stiamo bene, ma stiamo soffrendo molto per non sapere e non poter fare niente. Tutti i giorni arrivano notizie della morte di animatori di comunità o di loro familiari. E non poter visitare la famiglia e fare il funerale ci costa molto. La situazione dei nostri ospedali e dei nostri cimiteri le avete viste alla tv, le immagini stanno facendo il giro al mondo.

Pregate per noi perché abbiamo la forza di “confermare e incoraggiare” le nostre comunità. Anche questa è missione. Buon mese di maggio! Che la Madonna, madre dell’Amazzonia, ci accompagni. Grazie per la vostra amicizia e la vostra preghiera.

vitaTrentina

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