In aula parlano gli occhi e le distanze

Da immortalare anche il primo giorno di scuola dell’autunno 2020 (foto Zotta)

Il primo giorno di scuola in epoca “covidica” si è rivelato una formidabile mattinata di prevenzione sanitaria, un anticipo di educazione civica. Le regole imposte dall’emergenza in aula, nei corridoi ma anche sul piazzale all’arrivo e all’uscita di scuola, sono ben più di un codice da apprendere nei dettagli e al quale attenersi con rigore.  Diventano lo specchio più lucido della nostra responsabilità e del nostro rispetto per l’altro, per ogni persona: dal docente anziano alla segretaria factotum, dai genitori amici ai colleghi più ansiosi.
Una prova che da domani si farà quotidiana, con la possibilità di scoprire sempre di più la potenza della comunicazione non verbale: anche da come “teniamo la distanza” riusciamo a dire agli altri – siano gli alunni che i nostri prof – che cosa ci aspettiamo da loro e che cosa ci sta a cuore di loro.  In classe, senza mascherine, riusciremo anche a rispolverare sorrisi mai così eloquenti; nei corridoi e sul piazzale, con la mascherina d’obbligo, useremo meglio gli occhi per comunicare attenzione e accoglienza.

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