Diventa il tuo miglior amico

Sai pronunciare il tuo nome? Dirlo a te stesso e ascoltare se ti piace o non ti piace?

Sei capace di esserti simpatico? Sei amico di te stesso o ti tradisci con un'immagine artefatta di te? Sai prenderti sottobraccio e parlare con te?

Ti piace chiamare per nome, dare un nome ai sentimenti che provi dentro di te, che spingono per venire alla luce, per dirti che ci sono?

Non temerli! Sono tutti sinceri come bambini, magari un po' mocciosi, o capricciosi, o insistenti, o indecifrabili. Ma sinceri e bisognosi di essere ascoltati.

Vivi libero. Respira con sempre maggior confidenza l'aria che circola nel tuo mondo interiore.

Lasciati andare, abbandonati al tuo respiro, ai tuoi muscoli, alle tue emozioni.

Non succederà niente di male, non morirai, non impazzirai.

Se non ti fai delle confidenze a chi dovrai farle?

Se non ti strizzi l'occhio chi te lo strizzerà?

Se non ridi di te stesso chi altro ti sorriderà?

Forse, dopo tanto tempo, sarai, con te stesso, in te stesso, come quando eri bambino.

Ritorna a casa, abita dentro di te, lasciati piangere se hai bisogno di piangere.

Riconosci che hai una preoccupazione e guardala nela sua reale dimensione, trema con una tua paura e dalle il suo giusto nome, ridi con la tua voglia di ridere, ammetti di essere arrabbiato o seccato o annoiato e comprenditi in questo, riconosci di non aver voglia di stare con questa persona pesante o di fare questo lavoro in questo momento anche se temi di riconoscerti pigro o poco disponibile.

Tira una palla di neve, almeno virtuale dati i tempi, a quella immagine esteriore di te che ti sei costruita per gli altri o per te. Lei voleva aiutarti e un po' lo ha fatto ma ora, senza colpa, è come una tua caricatura. E' diventata suo malgrado un tiranno, un idolo al quale stai sacrificando ciò che di più vero, vivo e fresco c'è in te.

Non affaticare i tuoi poveri denti, le tue labbra e le tue mascelle a star strette, i tuoi pugni a star chiusi, le tue spalle a tenersi alte, la tua pancia a ritrarsi.

Hai il diritto ai tuoi confini, cioè ai tuoi limiti!

A proposito di nome! Sai pronunciare il tuo nome? Dirlo a te stesso e ascoltare se ti piace o non ti piace? Se ti corrisponde, se ti appartiene oppure ti angustia perché denuncia qualcosa che non piace di te a te? E magari è una qualità bella o il rovescio della medaglia di una qualità buona che altrimenti non potrebbe esistere.

Anche il Signore nella Bibbia era contento di pronunciare il suo Nome a chi glielo chiedeva.

E diceva: il mio nome è “Io Sono con voi”. Non diceva freddamente "Io Sono" come vorrebbero i filosofi. Bensì "Io Sono con voi" affettuosamente, maternamente, tenendoci per mano.

Come sai pronunciare il tuo nome? Affettuosamente, maternamente, tenendoti per mano?

Anche tu, pronunciando il tuo nome puoi accorgerti di dire "Io sono". Io esisto e sono con me.

Diceva Giorgia, un'amica psicologa che si è dedicata a tante donne sofferenti: "Poi piano piano, annullate le distanze, (sopraggiunge) la scoperta, la conoscenza, l'accettazione, la tenerezza e l'affetto di un amico speciale, quello che noi abbiamo dentro ognuno di noi".

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