Ellebori asciutti

ELLEBORI ASCIUTTI. Durante le passeggiate dei giorni scorsi nei boschi ancora non coperti dalla neve molti hanno lamentato la ridotta fioritura delle degli ellebori o rose di Natale. Il fatto va ascritto al terreno siccitoso causato dalla mancanza di precipitazioni nevose e o di pioggia. Gli ellebori fioriscono bene solo se il terreno è umido. La mancanza di acqua crea infatti grosse difficoltà a questa ranuncolacea che peraltro riesce normalmente a fiorire anche sotto la neve. Per far riprendere le piante e farle fiorire basta dare tanta acqua.

LA SANTAPAULIA. In molte case si trovano ancora le violette africane o santapaulia riportate all’interno dal balcone o terrazzo in autunno. L’occasione dei rinvasi ormai prossimi può essere utile per procedere alla loro moltiplicazione. E’ sufficiente adottare il sistema della talea di foglia. Si opera in questo modo: si preleva una foglia con una parte del picciolo scegliendo tra quelle più esterne alla rosetta basale. La foglia si può mettere in un vaso riempito di acqua oppure interrata nella torba. Nell’arco di un mese le talee fogliari avranno un fascio di radichette esili e bianche. Solo allora potranno essere trapiantate in vaso.

PIANTINE DA ORTO. In attesa dei primi trapianti nell’orto o di quelli precoci in serra calda o fredda si può iniziare a produrre da sé le piantine utilizzando il sempre più diffuso tecnica della produzione in pane di terra seminando in contenitori alveolari o vasetti singoli.

Il vantaggio più evidente dell’uso di questa produzione consiste nella eliminazione dei problemi posti dai trapianti perché la pianta non soffre minimamente in quanto posta a dimora nell’aiuola con l’apparato radicale perfettamente integro. Si evita così quasi totalmente la moria mentre la ripresa vegetativa risulta più rapida. Si ottiene una maggiore precocità, sia di ripresa che di sviluppo e una maggiore sicurezza di successo di tutte le coltivazioni oltre al miglior sfruttamento della fertilità del terreno. Ma anche la possibilità di riuscire a sostituire una coltura non riuscita o danneggiata da avversità (grandine, vento) e di mettere a dimora ortaggi che a radice nuda sarebbero soggette a maggiore mortalità (melone zucchine, cetrioli, angurie).

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