Essere speranza in un mondo che traballa, il teologo Zulehner invoca una Chiesa “mistico-politica”

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Pari dignità e pari opportunità per uomo e donna, democratizzazione della Chiesa, atteggiamenti diversi di fronte alla sessualità, sono temi importanti per rinnovare la Chiesa, ma le priorità potrebbero essere altre: serve una nuova prospettiva. Lo ha detto il teologo pastorale austriaco Paul Zulehner alla cerimonia del premio “Trompete von Jericho”, assegnato la settimana scorsa a Vienna all’ex superiore generale dei “Padri bianchi” Theo van Asten (alla memoria) e al missionario, politologo, africanista Josef Pampalk. “Realizzeremo le riforme della Chiesa, attese a lungo, in tempi prevedibili e rapidi. Tuttavia, mentre noi portiamo a buon fine queste questioni interne alla Chiesa, il mondo che barcolla rischia di andare a rotoli”.
Quale prospettiva diversa e quali le priorità per il teologo e sociologo religioso Zulehner?
Il cambiamento deve essere rapido e portare a una Chiesa “mistico-politica”. Zulehner definisce questo mondo “traballante”, in balia di molteplici formazioni di crisi. C’è un clima di paura. Proprio in questa situazione il mondo ha bisogno di Chiese e di religioni che siano risorse di speranza. Per non farsi inghiottire da una “crisi apocalittica”. La fiducia di cui c’è bisogno la Chiesa non la può trovare solo nelle riforme interne. La comunità cristiana deve “mettersi a fianco dell’umanità impaurita, farsi interprete di un pacifismo realistico e fare parte attiva dell’avanguardia ecologica”.
Il teologo sostiene che le attuali enormi sfide della guerra, del terrore e dell’emergenza climatica, legate come sono a una politica irresponsabile, producono una “miscela tossica”. E proprio adesso, mentre il mondo traballa e la speranza svanisce, la Chiesa non può, non deve occuparsi solamente di se stessa. La Chiesa in Austria e nel mondo deve uscire da se stessa e lavorare al cambio di prospettiva auspicato da papa Francesco. “Sul tema del cambiamento climatico, il Papa ha riunito i migliori ecologisti ed economisti del mondo e ha scritto la Laudato si’, il cui primo capitolo descrive con precisione la situazione del clima mondiale. Pubblica Fratelli tutti perché sa bene che la politica mondiale funziona solo se è sostenuta da una solidarietà universale. E in tutto questo, cerca di ancorare le persone al mistero di Dio, che è il fondamento ultimo della nostra speranza”.
Zulehner rimanda al Concilio Vaticano II. La “nuova” prospettiva in realtà è la stessa indicata sessant’anni fa dalla costituzione Gaudium et Spes: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”.
Cita anche la costituzione Lumen Gentium, là dove si fa appello all’unità. “Il popolo messianico, pur non comprendendo effettivamente l’universalità degli uomini e apparendo talora come un piccolo gregge, costituisce tuttavia per tutta l’umanità il germe più forte di unità, di speranza e di salvezza”, è chiamato ad “essere strumento della redenzione di tutti e, quale luce del mondo e sale della terra, è inviato a tutto il mondo”.
Solo così, dice il teologo austriaco, “saremo una Chiesa mistico-politica che non implode in se stessa. Se operiamo rapidamente questo cambiamento di prospettiva, allora potremo anche chiedere alle persone un credito di fiducia per le religioni”.

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