Quasi alla vigilia della Giornata per la memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice (9 maggio), a 47 anni dai fatti, arriva come una luce di speranza la notizia della riapertura delle indagini per l’assassinio di Fausto Tinelli (nato a Trento, giovanissimo si era trasferito in Germania con la famiglia e poi a Milano) e Lorenzo “Iaio” Iannucci, vittime del terrorismo di matrice neofascista il 18 marzo 1978.
I due ragazzi, diciottenni, furono uccisi nei pressi del centro sociale Leoncavallo, a Milano, da loro frequentato. Le indagini inizialmente si erano indirizzate sull’attività di inchiesta dei due ragazzi su traffici di droga nel loro quartiere, gestiti dalla malavita organizzata e da elementi dell’estrema destra milanese. Ma gli amici dei due giovani e la stampa avevano accostato il duplice omicidio alla vicenda del sequestro Moro, il presidente del Consiglio rapito due giorni prima dalle Brigate Rosse: Fausto Tinelli abitava in una palazzina in via Montenevoso da dove i servizi segreti sorvegliavano un covo delle Br. L’indagine si rivolse verso gli ambienti dell’estremismo neofascista, ma si chiuse nel 2000 senza colpevoli.
La decisione della gip Maria Idria Gurgo di Castelmenaedo, su richiesta dei pm milanesi Leonardo Lesti e Francesca Crupi, è commentata in una nota dall’Associazione familiari e amici di Fausto e Iaio. “L’Associazione ha sempre sostenuto la tesi del coinvolgimento e della responsabilità di appartenenti alla destra neofascista di allora, ma chiede anche che venga fatta luce sui veri mandanti dell’assassinio”. “Auspichiamo che la Gip incaricata abbia la possibilità, attraverso nuovi indizi e il riesame di testimonianze e reperti, di trovare una strada che possa portare ad un processo” perché “la mancanza di una verità giudiziaria sulla vicenda di Fausto e Iaio è una ferita aperta nella città di Milano medaglia d’oro della resistenza”.
“Purtroppo – prosegue la nota – sappiamo quale spazio abbiano i fascisti anche oggi all’interno delle Istituzioni. L’ Associazione, che in questi anni si è dedicata alla memoria dei due ragazzi, chiede, anche a nome di chi da 47 anni ha a cuore Fausto e Iaio, che sia finalmente fatta giustizia”.
Una verità l’attende da quel 18 marzo 1978 Danila Angeli, la mamma di Fausto Tinelli, che giusto due anni era a Trento a inaugurare il murales realizzato sul muro del Liceo Da Vinci per ricordare quello che non è solo uno dei tragici avvenimenti della drammatica stagione del terrorismo, ma anche una dolorosa vicenda familiare.