Frassilongo: masi sparsi, pascoli e monti

Frassilongo negli anni successivi al 1250 era Fraselongo e poi Fraxsilongum. Deriverebbe dal latino Fraxinus, “frassino” con l’aggettivo longus. La specificazione rende dubbio l’etimo da frassino. Nel dialetto locale c’era dapprima un mutuato Fraschelung. Genti tedesche (“Roncadori”) e minatori (“Canopi”) e le plaghe di Frassilongo (Gereut) e di Rov (Roveda) .

La montagna era proprietà dei canonici della cattedrale di Trento che fin dal 1192 l’avevano concessa in affitto alla gente di Povo. I masi di Frassilongo sono disposti nelle ampie radure prative alle pendici del Fravort. La parlata locale è un dialetto alto-tedesco.

La parrocchiale è dedicata a S. Udalrico ed è centrale rispetto ai quartieri di Fuori e di Dentro. Sorge nei pressi dell’antica chiesa curaziale, oggi sconsacrata. La splendida località di Kamauz vanta la chiesa di S. Romedio del 1727. L’economia poggia su agricoltura e selvicoltura. Il turismo rurale è recente.

Lo stemma adottato nel febbraio del 1986 su sfondo argento reca un frassino in campo color verde muschio. Gli ornamenti esteriori sono di Comune con fronde legate in argento con nastri. Sotto le fronde un cartiglio con la scritta “Frassilongo”.

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