“I giovani sono il nostro futuro”

Alcune giovani attrici della Filodrammatica di Civezzano durante l’ultimo spettacolo della compagnia

Per concludere questa serie di interviste sul teatro dialettale trentino, torniamo ad un gruppo storico: la Filodrammatica di Civezzano. Fondata addirittura 130 anni fa, non ha perso la voglia di innovare e coinvolgere i più giovani. In particolare negli ultimi anni, sotto la guida di Michele Gennari, la filodrammatica ha intrapreso nuovi percorsi e, fra collaborazioni e laboratori, si è ritagliata un ruolo importante per la comunità. Proprio per continuare con il suo impegno, il gruppo ha deciso, in questi giorni dettati dal distanziamento fisico, di rimanere vicino al pubblico in forma ‘virtuale’.

Michele Gennari, come nascono gli spettacoli digitali condivisi sul vostro canale YouTube?

La proposta è nata dai giovani della filodrammatica, che hanno voluto portare avanti due progetti di lettura per bambini in collaborazione con la biblioteca di Civezzano. A questa iniziativa abbiamo poi aggiunto dei contenuti per i più grandi, riproducendo l’idea di altre compagnie e pubblicando alcuni nostri spettacoli passati.

Un ritratto attuale della compagnia?

La filodrammatica è formata da un gruppo più storico, con persone dai quarant’anni in su, e dal ‘Laboratorio giovani’, che coinvolge ragazzi dai 14 ai 20 anni. Alcuni anni fa abbiamo capito che senza una rinnovata la filodrammatica avrebbe avuto vita corta e abbiamo deciso di creare questo laboratorio, affidandoci a dei professionisti. Questo ha richiesto tanta energia, ma sta dando i primi frutti: già vediamo coinvolti negli spettacoli alcuni giovani attori e tecnici che hanno cominciato con il laboratorio cinque o sei anni fa.

A volte quindi non si tratta di disinteresse dei giovani ma di trovare un’offerta adatta anche a loro.

Esatto. Poi io credo che siamo di fronte ad un cambio epocale: mentre il pubblico più adulto continua ad amare il teatro dialettale, i giovani interessati al dialetto, e che magari lo conoscono bene, sono pochi. Anche i nostri attori giovani, che sono molto attivi, preferiscono recitare in italiano.

Qual è il ruolo della compagnia all’interno della comunità?

A noi piace l’idea che la filodrammatica sia un punto di riferimento per tutti. Noi proviamo ad esserlo instaurando collaborazioni e con una gestione condivisa del teatro comunale. Credo che sia questo ciò di cui una comunità ha bisogno e non di un teatro che distragga dalla vita quotidiana.

Quali erano i progetti per il 2020?

Quest’anno, visto che ricorre il nostro 130° anniversario, volevamo fare uno spettacolo di soli giovani. Per il momento il progetto è sospeso, ma c’è tanta voglia di fare, soprattutto fra i ragazzi, che sono il nostro futuro: diciamo che il nostro obiettivo è far vivere la filodrammatica per altri 130 anni.

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