Il mistero di Leonardo. Più romanzo che storia nella serie di Rai1

Le vicende di Leonardo da Vinci sono raccontate partendo da un delitto

Un giallo d’epoca, che si snoda tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500 nella Firenze dei Medici e nella Milano degli Sforza, tra botteghe d’arte, corti sfarzose e intrighi di potere.

È il 1506 quando Caterina da Cremona, una cortigiana, muore in circostanze misteriose. I sospetti ricadono su un artista di fama, a cui la donna era legata da anni. Interrogato da Stefano Giraldi, ufficiale del podestà, Leonardo si proclama innocente. Attraverso le sue parole e il racconto dei testimoni vengono ricostruiti i fatti che a partire da circa vent’anni prima hanno incorniciato il nascere e il crescere della sua amicizia con la giovane donna.

Questa la trama della serie evento di RaiUno che si concluderà martedì 13 aprile con l’ultima di quattro prime serate.

Una coproduzione internazionale anticipata da una notevole pubblicità, sorretta da un cast di grande livello, capeggiato dal protagonista, Aidan Turner, e da un’accurata ricostruzione dell’ambientazione, grazie ad uno dei più grandi set cinematografici europei, ma anche ad un team di costumisti, scenografi e artisti che hanno provato a ricreare nei dettagli il mondo di Leonardo da Vinci. Sì, perché il Leonardo sotto processo è proprio lui, ed è forse questa la grande debolezza della serie, apprezzata dal numeroso pubblico ma altrettanto criticata per una ricostruzione troppo libera e romanzata della vita dell’artista dal talento universale.

Il carattere non documentaristico della produzione è stato da subito dichiarato, assieme all’intento di raccontare Leonardo andando oltre una biografia ampiamente documentata ma ancora per certi aspetti misteriosa. Una linea narrativa che sicuramente riesce a restituire allo spettatore la sensibilità e i tormenti di un uomo provato dalla vita, ma anche la sua insaziabile voglia di conoscere e di sperimentare, dall’arte alla tecnica, dalla pittura alla scultura, in una continua ricerca della bellezza.

Se però si può perdonare l’entrata in scena di personaggi di fantasia come Caterina, affidata al brillante talento di Matilda De Angelis, lo stravolgimento di fatti storici documentati rischia di offuscare irrimediabilmente la serie, mentre l’eccessiva attenzione sulla personalità di Leonardo toglie paradossalmente luce alle sue opere che dovrebbero invece essere le principali pagine della storia.

Leonardo è una serie avvincente e curata, il pubblico, forse, merita qualcosa di più. Ma anche il desiderio di approfondire la storia e l’arte, che nasce guardandola, in fondo, è un buon risultato.

vitaTrentina

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