“Il ritornante”, un libro di paura… da brividi

La copertina del libro di Paola Barbato “Il ritornante” (Piemme)

“Il Ritornante” di Paola Barbato (Piemme) è un libro di paura che fa veramente paura. Ci voleva. Perché i ragazzini che cercano le storie di paura vogliono veramente storie di paura. E’ un diritto, il loro, di soddisfare un’esigenza, un bisogno interiore che cerca materiali con cui confrontarsi.

Si parla tanto di educazione alle emozioni e leggere è educazione emotiva. Quando si legge una storia, infatti, ci si fa prendere ed è come vivere ciò che si sta leggendo, con il vantaggio di essere allo stesso tempo dentro e fuori la vicenda, si può, cioè, parteciparvi in tutto e per tutto con la consapevolezza che si può chiudere il libro in ogni momento e “mettersi in salvo”.

La storia di questo libro non risparmia ai lettori una delle emozioni più forti che le persone possono provare, la paura. Protagonisti sono Michael, Janice, Ian e Bo, quattro ragazzini sempre sotto la mira di Wayne Cook, il malvagio bullo, che a scuola fa il buono e il cattivo tempo.

I quattro, stanchi delle vessazioni, decidono in segreto che è ora di fare qualcosa.

Un giorno, vittime dell’ennesimo scherzo crudele, riescono a rubare il cellulare di Wayne e scappano verso il bosco senza ben sapere cosa fare. Ad un tratto si trovano davanti la grotta di Arlind, quella che tutti dicono essere la porta dell’inferno. Ci entrano e, da quel momento, nulla è più come prima, perché, come si legge sulla copertina, “tutti hanno un gemello malvagio nascosto da qualche parte” e “a volte il contrario del Male è sempre il Male”.

Una storia inquietante con molti i riferimenti simbolici: dalla foresta fitta e la caverna buia quali luoghi della paura, alla biblioteca (seppur chiusa) posto sicuro per sfuggire al cattivo.

Pur avendo un finale positivo, non, però, assolutamente scontato, questa non è la “solita” storia di paura per bambini che svilisce l’emozione banalizzando o ridicolizzando le situazioni narrate. Suo punto di forza è la tensione emotiva tenuta alta dalla prima all’ultima pagina.

Al centro della vicenda anche il bullismo: affrontare paura e bulli non è facile. Il confronto con se stessi e con gli altri, però, è fondamentale: misurarsi con le proprie debolezze e i propri limiti, cercare di superarli e trasformarli in appigli da cui partire per reagire, è una possibile via d’uscita. Bisogna, però, lavorarci tanto, per poterci riuscire.

Le illustrazioni di Lucrèce sono perfette, inquietanti come il testo e abilmente organizzate sulla pagina in modo da sottolineare al punto giusto l’evoluzione narrativa con l’aiuto, anche, di parole dai caratteri diversi sparse sugli spazi bianchi.

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