“In 4 tempi”, la semplice complessità che ci circonda si fa poesia

Semplice complessità. Con questo ossimoro si potrebbe descrivere il libro illustrato In 4 tempi (L’Ippocampo; età +4) di Bernadette Gervais. Si tratta di un bellissimo libro difficile da descrivere, ma di grande valore per la sua essenzialità che diventa poesia di immagini (molte) e di parole (poche).

Questo libro permette di lavorare con i bambini sull’elasticità del tempo, sulle sequenze dei movimenti, sulle trasformazioni che nel tempo si compiono in diverse situazioni quotidiane più o meno comuni.

La genialità dell’idea su cui si basa sta nella scomposizione dei vari processi in quattro momenti, tutti resi graficamente nei quattro riquadri in cui si scompone la pagina di destra. Quattro illustrazioni essenziali in cui la figura molto curata nella sua semplicità dell’oggetto della scomposizione si staglia sullo sfondo con alcuni dettagli, ma solo quelli strettamente necessari.

Sulla pagina di sinistra, invece, quattro righe di parole, anch’esse minime e scarne, a volte solo un’onomatopea, per descrivere i quattro tempi, appunto, della metamorfosi o dei movimenti in oggetto.

Sono quattro tempi che, però, non hanno la stessa durata, ma che con lo stesso metodo vengono descritti. Ci sono, quindi, quattro riquadri per una mela che diventa un torsolo, quattro per la lepre che scappa nella neve, quattro per il germoglio di papavero che diventa bocciolo, fiorisce e sfiorisce.

Ad alcuni di questi soggetti sono dedicati più di quattro riquadri/tempi, ma questo fa parte della migliore tecnica della divulgazione illustrata o narrata in cui non può mancare l’elemento che spezza il ritmo e rende consapevoli di ciò che si sta osservando.

In questo libro si trova un modo diverso di affrontare il concetto di tempo che è veicolato in associazione a quello di spazio, il concetto dell’evoluzione della vita in natura, il concetto di prima e dopo, trasformati in un divenire cadenzato che permette l’osservazione della bellezza di ogni singolo momento.

Un libro che, al di là dell’uso finalizzato che se ne può fare, è bello da vedere, guardare, osservare con i bambini e non solo.

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