In ascolto libero della propria coscienza

Hanno fatto molto discutere e continueranno a farlo per lungo tempo alcune parole del Papa rilasciate nell’intervista con Eugenio Scalfari. Francesco non si rivolgeva soltanto a un singolo, ma a tutto quel mondo laico e lontano dalla religione ben rappresentato dal fondatore del quotidiano “La Repubblica”. Invecchiando Scalfari, pur non rinunciando alla sua visione radicale e naturalista, si è fatto più aperto a ulteriori prospettive che lambiscono i confini della sfera spirituale. È per questo che il Papa ha potuto instaurare un dialogo con lui.

La frase di Francesco che più ha suscitato scalpore è la seguente: “Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo”. Per capire bene il significato di queste asserzioni, credo che occorra rendersi conto del particolare approccio che Jorge Bergoglio cerca di avere in ogni tipo di comunicazione. A differenza di molti teologi e uomini di Chiesa, il Papa attuale non parte da enunciati universali e generali – e quindi inevitabilmente astratti – ma cerca di mettersi sul piano dell’interlocutore senza voler imporre la propria prospettiva. È evidente che, come del resto affermato nel seguito dell’intervista, per il Papa la Verità c’è ed è l’annuncio cristiano dell’amore di Dio, un annuncio che non impone una dottrina, ma testimonia una relazione di misericordia e di giustizia. Francesco non rinuncia a nulla, non è diventato improvvisamente relativista, come pure è stato accusato da ambienti cattolici. Ovviamente Scalfari e “coloro che non cercano la fede” non possono pensarla in questo modo perché altrimenti accetterebbero la verità cristiana. Come comportarsi con queste persone?

Rispondendo a questa domanda implicita Francesco compie un grande cambiamento rispetto ai predecessori ricollegandosi al Concilio e alla visione positiva della libertà di coscienza. Ogni uomo ha la sua visione di Bene e di Male: per chi non ha riferimento religioso sarà la propria coscienza ad indicare quale sia la via per il Bene. In queste affermazioni si riscontra una grande fiducia nell’uomo: anche chi non è religioso, anche chi non è cristiano, anche chi non è rigidamente cattolico può incamminarsi sulla via del Bene, può aggiustare il mondo secondo le vie indicate dall’ascolto libero della propria coscienza.

A considerare con attenzione, questo è l’insegnamento di sempre della Chiesa. Esso si ritrova nelle pagine della Bibbia e soprattutto nel Vangelo: la pace è per “gli uomini di buona volontà”; gli operai dell’ultima ora (che hanno lavorato poco) sono pagati come chi ha faticato tutto il giorno; il fariseo è superato dal pubblicano; gli ultimi sono i primi. San Paolo condensa questo insegnamento con parole più complesse: Dio ha giustificato, cioè reso giusti, tutti a prescindere dalle loro opere (quindi dalla loro moralità e dalle loro convinzioni). Questa è la misericordia di Dio anche se ci sarà sempre qualche fratello del figliol prodigo che protesterà, lamentandosi che in questo modo viene sovvertita ogni regola e ogni buon costume. Quante volte i presunti uomini pii si ergono come giudici al di sopra di Dio!

Ciò non significa che vada bene tutto e che in fondo la coscienza individuale si possa auto assolvere e possa “creare” i propri valori. Essa, per riuscire a distinguere il Bene dal Male, deve innanzitutto conoscere i propri limiti e gli errori che inevitabilmente può commettere. Nell’intervista al direttore della Civiltà Cattolica, Papa Francesco chiarisce: “La comprensione dell’uomo muta col tempo, e così anche la coscienza dell’uomo si approfondisce… Quando una espressione del pensiero non è valida? Quando il pensiero perde di vista l’umano o quando addirittura ha paura dell’umano o si lascia ingannare su se stesso”. Il pensiero e la coscienza non religiosi, pur non considerando la nozione di “peccato”, sviano se ingannano se stessi allontanandosi dai bisogni dell’uomo. Se invece si persevera sulla via del Bene, pur nella differenza delle posizioni (che possono portare anche a profonde divergenze), ci si potrà incontrare per cambiare il mondo secondo quegli ideali di pace e di giustizia che non possono che accomunare credenti e uomini di buona volontà.

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