La betulla, venerata dai Celtici, amata da Russi e Slavi

Autunno, una stagione affascinante quanto malinconica, da sempre ispiratrice di poeti, pittori ed artisti. Veri protagonisti sono il sole con i suoi giochi di luce, il cielo che fa da sfondo e gli alberi con le loro foglie che mutano di colore scomponendosi in infinite gradazioni di giallo e rosso. L’autunno sottrae quanto la primavera aggiunge come il colore dei pastelli sulla carta. Nelle cellule delle foglie infatti si trovano carotenoidi ed antociani che restano invisibili sotto il verde della clorofilla durante la bella stagione. Ma in autunno, quando le foglie si avvicinano alla fine del loro ciclo di vita, la clorofilla diminuisce e così appaiono le mille sfumature di giallo e rosso che infiammano il paesaggio.

Uno dei primi alberi a virare di colore è la betulla. Il suo nome deriva da “betu” che in lingua celtica significa “albero”. Pianta venerata nella storia antica dai Celtici, particolarmente amata dai popoli Russi e Slavi. Chioma rada e leggera con portamento raffinato e mai ingombrante, corteccia liscia bianco argentea che sfoglia in strisce papiracee. Sebbene abbia un aspetto delicato è una delle piante più resistenti al freddo ed alle condizioni ambientali difficili, in Scandinavia ed in Siberia è la specie arborea che più avanza verso nord. Il legno si presta alla fabbricazione dei più svariati oggetti domestici ed agricoli ed è usato come combustibile, i rami giovani si impiegano per fare scope, la corteccia è utilizzata per creare stuoie e ceste oltre ad estrarne una resina per la concia delle pelli.

Necessita di molta luce (pianta eliofila), la sua vita non supera i cento anni. Specie pioniera, occupa rapidamente aree scoperte. Come l’ontano è caratterizzata da una simbiosi radicale con un fungo attinomiceto a funzione azoto fissatrice. Questo determina un grande vantaggio per la pianta che riesce così a vivere in terreni molto poveri di risorse.

In Trentino Alto Adige vive spontanea la Betula Pendula (o Verrucosa), sottospecie di B. Alba. Raggiunge i 15 metri di altezza, frequente nei boschi radi e sui greti di torrenti in posizioni ben esposte. Vive dai 400 ai 1.800 metri di altitudine. È presente anche la Betula Pubescens dotata di foglie pelose e con sviluppo più limitato, vive solo in zone montane. Come pianta ornamentale in giardini e parchi oltre alla B. Alba, sono utilizzate la B. Purpurea (dalle foglie rosse e crescita lenta) e la B. Humilis Jacquemonti (dalla corteccia bianchissima e dalle foglie più grandi).

Questa pianta è chiamata in dialetto trentino “bedola”, da cui prende il nome il paese di Bedollo. Qui sulla soleggiata dorsale esposta a sud del Monte Gac, dove si sviluppa il paese, possiamo ammirare ancora oggi splendidi esemplari di Betula Pendula che un tempo probabilmente caratterizzavano il paesaggio.

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