La memoria è un fiore da coltivare

La copertina del libro di Bernard Friot “Il fiore del signor Moggi”

Capita spesso di ricordare un sogno, ma di non saperlo raccontare. L’idea gira in testa e non si trovano le parole per descriverlo. E’ quello che accade al Signor Moggi che, una notte, sogna in mezzo a una piazza in un paese sconosciuto un bellissimo fiore, grande come un albero e dal colore indescrivibile: blu profondo con riflessi di verde, oro e un tocco di rosso o viola.

Al mattino prova a dipingerlo, ma il risultato non lo soddisfa: la piazza, le case e la forma del fiore gli vengono bene, ma il colore della corolla non lo convince, è spento, non ha vita. Più lo guarda e più il colore della corolla sembra sbiadire. Non è facile per lui ascoltare i consigli che gli danno gli amici: loro non hanno visto il fiore e non possono sapere com’era. Un giorno, triste e sfiduciato, il signor Moggi si siede su una panchina al parco. Una bambina dalla pelle scura si siede accanto a lui e lui le racconta del suo sogno e del fiore che cerca di disegnare. Subito la bambina capisce di che fiore si tratta e, grazie a lei il signor Moggi trova finalmente il colore giusto per dipingerlo.

Quella de “Il fiore del signor Moggi” (Fatatrac) è una storia apparentemente semplice e lineare, priva di grandi slanci. Ad una lettura più attenta, però, emergono dettagli interessanti che fanno ricredere. Il tema di questo libro sono i sogni e, soprattutto, i ricordi e il valore che sogni e ricordi assumono per ognuno di noi. Se i ricordi vengono alimentati, rimangono intatti per lungo tempo, se no sbiadiscono fino a scomparire. Ovvio che non è possibile, e neanche si vuole, mantenere tutti i ricordi vivi. Non tutti sono piacevoli, alcuni possono far male. Difficile, poi, è anche trasmettere i propri ricordi agli altri e farli partecipi. Il fiore del signor Moggi diventa, dunque, metafora delle memorie di ciascuno e il suo bellissimo colore, difficile da descrivere e dipingere, simbolo della vividezza dei ricordi e della loro evanescenza. Un’altra interpretazione che si può dare a questa storia è quella che riconosce in ciò che viene da lontano, rappresentato dal fiore esotico e dalla bambina dalla pelle scura, come qualcosa che arricchisce l’esperienza quotidiana e offre significati diversi alle cose note. Un punto di vista diverso sul conosciuto che dona un tocco di magica alterità alla realtà di tutti i giorni. Oltre che nella forza e nei significati che Bernard Friot sa dare alle parole, il valore di questo libro sta anche nelle coloratissime immagini di Nicoletta Bertelle. Le grandi pagine le permettono di interpretare con maestria le parole e di giocare con dimensioni e colori vivaci. Il risultato è un’attenta ricerca artistica che si realizza nei dettagli e nei contrasti. Un libro da leggere e da guardare e che, prestandosi a più livelli di interpretazione, è adatto a bambini di diverse età.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina