La Principessa Lucciola ha le parole per dirlo

Quello che Fabrizio Silei e Serena Viola ci regalano con “La Principessa Lucciola” (Edizioni Corsare – età +6) è un piccolo gioiello di parole, colore, emozioni. Racconta di una bambina che al finire dell’estate si muove nel prato e nel bosco vicino alla casa della sua nonna per salutare gli animali, chiedendo loro se la prossima primavera si rivedranno. I dialoghi tra la bimba e le piccole creature diventano pretesto per sottintendere, alludere e suggerire, pagina dopo pagina, i grandi misteri della vita, il suo effimero, le sue ingiustizie, le gioie che regala, i dolori che non risparmia, le emozioni forti e i perché di tutto ciò. Pian piano il lettore capisce che la bambina ha perso la sua mamma e vive con la nonna perché il papà, pilota d’aereo, è spesso costretto lontano anche se vorrebbe passare più tempo con lei.

Anche le lucciole, a fine estate, sono scomparse, ma non lei, la Principessa Lucciola, che con la sua coroncina ancora vola nell’oscurità della notte. La bambina e la lucciola diventano un tutt’uno e si muovono nella natura cercando risposte. Alla bambina non piace ciò che finisce, ma non tutto finisce e molto rinasce. Ed è di questo che cerca conferma parlando con gli animali del loro ritrovarli in primavera. Così la piccola luce della lucciola diventa una sorta di metafora della bellezza e dell’amore che possono riscaldare la vita, ma che a volte si affievoliscono e si spengono. Tristezza e senso di mancanza, come il buio, però, non sono per sempre, l’estate ritornerà, e con lei la luce: sarà diversa, ma sarà di nuovo qui.

Un libro illustrato importante e non solo per i bambini. Parole e immagini che molto hanno da dire, da comunicare a chi si ferma a leggere e a guardare. Parole che si fanno storia, si fanno poesia, si fanno pensiero. Immagini che nella loro indeterminatezza di linee e macchie di colore possono contenere perfettamente tutto.

Non è facile affrontare i temi “difficili” con i bambini (neanche con i grandi, se è per questo), ma le narrazioni possono aiutare. Siamo fatti di storie, con le storie, con i libri viviamo esperienze, ci alleniamo alle emozioni e possiamo “provare a provare” trovando, a volte, anche le parole per interpretare ed esprimere ciò che sentiamo. I

bambini sono più diretti, più spontanei, ci possono mettere in difficoltà con le “grandi domande”. Libri come questo ci possono aiutare con serena leggerezza a parlarne con loro.

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