L’adolescente Judith e il valore della testimonianza, pagine crude e vere sulla resistenza al nazismo

“Da questo momento in poi la tua vita non ti apparterrà più. Sarà mia. Sarà di nostro figlio non ancora nato. Sarà di tutti gli ebrei che sono qui e di tutti quelli che sono morti e moriranno ancora. Voglio giustizia. E potrà succedere solo se qualcuno di noi vivrà”. Sono le ultime parole di una donna ebrea al marito, risparmiato dalle SS, un attimo prima di essere trascinata via e uccisa: ed è questo il punto centrale intorno al quale ruota tutta la storia di Judith (Giunti; età 13+). Attraverso la tragica esperienza di una ragazzina di 17 anni, il libro racconta il compito pericoloso e drammatico, ma molto importante, di quegli ebrei scampati al massacro che durante la Seconda guerra mondiale si ribellarono alla violenza nazista entrando nelle file dei partigiani. Una storia meno nota di altre, che dura tutt’ora nell’operato dei sopravvissuti testimoni nel mondo dell’orrore dell’Olocausto, e dei “cacciatori di nazisti” il cui lavoro è stato quello di raccogliere informazioni, rintracciare e sottoporre al giudizio di un tribunale i nazisti in latitanza prima che morissero di vecchiaia.

La storia di Judith è raccontata a due livelli che si alternano nei capitoli: quelli scritti in corsivo dedicati alla figlia che porta nel grembo e cornice narrativa, in cui lei stessa fa conoscere i suoi pensieri, i suoi ricordi, le sue emozioni e riflessioni, e gli altri in cui una narrazione in terza persona accompagna il lettore dallo scoppio del conflitto fino alla sua conclusione.

Quando il piccolo paese della Polonia dove viveva è stato occupato dai nazisti, Judith ha cominciato a rendersi conto di ciò che stava succedendo e, scampata ad un massacro, ha capito che la sua vita avrebbe potuto avere senso solo testimoniando ciò che era accaduto. Inizia così la sua fuga, lotta e resistenza partigiana attraverso l’Europa fino in Francia. Una storia romanzata e inventata, ma ispirata a vicende realmente accadute. Nel libro tutti i luoghi, a parte Trovar, il piccolo paese polacco, sono reali come i fatti storici narrati.

Loredana Frescura e Marco Tomatis hanno scritto un romanzo storico toccante, ma anche molto crudo e realistico nelle descrizioni delle efferatezze delle SS o dei gesti estremi compiuti dagli ebrei. Un libro che, però, solo così può avere significato perché cruda è stata la realtà di quelle vicende. Particolarmente ben studiati e rappresentati sono i personaggi chiave, a partire da Judith e Schimon (Lech) suo marito, fino alla partigiana Lidia e a Fabio, il colonnello medico italiano, l’ultimo ad aiutarla: tutte figure ben caratterizzate nella loro sensibilità, forza e debolezza, ricchezza di umanità, in contrapposizione alle altre altrettanto forti figure dei militari nazisti resi efficacemente nella loro crudeltà. Un libro che difficilmente sarà dimenticato dai suoi lettori.

Tra i molti e diversi libri per bambini e ragazzi usciti in queste ultime due settimane in occasione del Giorno della Memoria 2024, segnaliamo anche Emeline nel villaggio dei giusti (Piemme, età 9+), E il vento si fermò ad Auschwitz (Gallucci La Spiga, età 11+) e Passare il fiume (Orecchio Acerbo, età 10+).

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